Come abbondantemente previsto dagli analisti del settore c'è stata la prima esplosione delle bolle speculative che aleggiano sul più popoloso Paese asiatico. Ieri infatti, le borse cinesi di Shanghai e Shenzhen e la borsa di Hong Kong sono state costrette a sospendere la contrattazione, per eccesso di ribasso, di oltre 1200 titoli. Le borse in questione hanno fatto registrare perdite mostruose in termini di capitalizzazione, dai primi segnali di ribasso, iniziati il 12 giugno, sono stati bruciati quasi 3,5 miliardi di dollari di capitalizzazione, pari a circa il 30% del totale. Nella sola giornata di ieri la perdita media nelle borse in questione, nonostante la sospensione come detto di oltre 1200 titoli, è stata superiore al 5%.

La bolla

La bolla speculativa ha iniziato a gonfiarsi a causa delle politiche del Governo cinese. Dopo parecchi anni di forte crescita economica, con PIL a doppia cifra, il mercato cinese ha iniziato a rallentare. Il governo ha allora deciso di allentare la propria politica monetaria e fiscale, per cercare di tenere alto il financing crunch delle imprese, invitando i cinesi ad investire nel mercato azionario, che veniva visto come un ancora di salvezza sicura poiché un mercato azionario fiorente traina l'economia. L'invito del Governo è stato raccolto dai cinesi che hanno riversato nei mercati azionari ingenti capitali. Questo è servito a mantenere un trend crescente fino al 12 giugno scorso, quando sono iniziate le vendite.

Gli interventi della Banca Centrale Cinese e delle autorità

La Banca Centrale Cinese e le autorità del Paese si sono subito attivate per cercare di stabilizzare il mercato ed attenuare l'ondata di vendite, atte a scongiurare la nascita di rischi per il sistema Paese. La BCC ha assicurato che fornirà ampia liquidità al mercato borsistico cinese, mentre il Governo ha ordinato alle controllate pubbliche di acquistare azioni, ha allentato i limiti agli investimenti da parte delle società Assicurative ed ha promesso che continuerà a fornire liquidità agli investitori.

L'anticamera della crisi?

In questo momento tutti gli investitori ordinari che hanno messo i loro risparmi nei mercati azionari stanno subendo forti perdite. Questo dato avrà sicuramente ripercussioni in tutta la nazione. Molti milionari "dell'ultima ora", diventati ricchi in questi ultimi anni grazie alla fiorente economia cinese, rischiano di ritrovarsi nuovamente a terra. L'autorità di regolamentazione del mercato borsistico cinese ha annunciato che in questo momento il mercato è dominato dal panico, e ci si aspetta che le vendite proseguano. Molti analisti finanziari stanno cercando di richiamare non solo l'attenzione pubblica ma anche quelle delle autorità mondiali su questa vicenda, "mentre gli occidentali si stanno concentrando sulla Grecia, una crisi finanziaria potenzialmente molto più significativa si sta sviluppando dall'altra parte del Mondo. Quella che alcuni stanno iniziando a chiamare il 1929 cinese".