Quest’anno ne abbiamo avuto solo un assaggio, ma dal 2016, la banca dati dei conti correnti, titoli, depositi e di tutti i rapporti bancari del singolo cittadino sarà a regime. Stiamo parlando dello strumento messo in piedi dal fisco italiano, volto a controllare ed a stanare subito comportamenti sospetti ed a rischio evasione. Purtroppo, essendo uno strumento globale, non servirà solo a combattere i furbetti, ma controllerà qualsiasi cittadino, in altri termini stiamo per entrare nel “Grande Fratello” del fisco.

Di cosa si tratta?

Il 30 giugno, l’Anagrafe Tributaria ha ottenuto dalle banche, poste e tutti gli altri operatori finanziari, gli ultimi dati relativi all’anno 2014, per ciò che riguarda le giacenze medie, i titoli e qualsiasi somma ciascun contribuente ha detenuto su conti, libretti ed altri strumenti di risparmio.

Dopo aver recuperato nei mesi scorsi i dati relativi agli anni 2011, 2012 e 2013, il processo si può considerare chiuso. Il fisco ha in mano tutto il risparmio finanziario di ciascun cittadino come stabilito dalla Legge di Stabilità e dall’Agenzia delle Entrate. Non si tratta solo di saldi al 31 dicembre di ogni anno, il sistema messo in piede prevede la giacenza media. Il controllo così stabilisce quanto mediamente i contribuenti hanno avuto in banca ogni anno. È stato eliminato quindi il trucco molto utilizzato di postare a zero i conti a fine anno per rimpinguarli appena entrato l’anno nuovo. In quel modo, molti risultavano senza soldi in banca così da poter chiedere servizi agevolati grazie all’ISEE che evidentemente risultava più basso.

Come cambia l’ISEE?

Lo strumento reddituale che serve per avere servizi agevolati per questioni reddituali è l’ISEE, l’indicatore della situazione economica equivalente. Già dal 1° gennaio, con la cosiddetta riforma dell’ISEE, i Caf, Patronati ed altri operatori abilitati, richiedevano per il rilascio dell’attestazione, i saldi dei conti correnti e le giacenze medie dei conti.

Dalle statistiche si rileva che già dal 1° gennaio, molti hanno rinunciato a richiedere l’ISEE e di conseguenza qualsiasi agevolazione. Inoltre dagli ISEE presentati, si è notato il raddoppio di tutta la componente patrimoniale delle dichiarazioni. In parole povere, è emerso un gran quantitativo di titoli, depositi, risparmi che prima venivano celati.

Dal 1° gennaio 2016, avendo l’Inps, tutti i dati bancari di tutti i contribuenti, l’Istituto li utilizzerà per stabilire l’indicatore ISEE autonomamente, senza bisogno di alcun documento bancario da parte dei richiedenti. Presumiamo che la percentuale di persone che richiederanno l’ISEE sarà ancora più bassa e che nel frattempo crescerà la componente patrimoniale negli ISEE che verranno richiesti.

Ma i controlli saranno per tutti?

Fino ad oggi, il sistema di controllo prevedeva l’incrocio tra le spese sostenute e le entrate ottenute di ciascun contribuente da cui evidenziare situazioni anomale. Si trattava del famoso redditometro, niente di più. Adesso, il super cervellone messo a disposizione del fisco, potrà fare una analisi più completa per calcolare le situazioni a rischio evasione, con buona pace della privacy dei contribuenti.

Non ci sarà più alcuna possibilità di svuotare i conti, dilazionare le spese e nascondere qualcosa. Tutto alla luce del sole e se prima il controllo riguardava il contribuente come singolo, dopo che il fisco aveva avuto il sospetto di evasione, adesso si tratta di controlli di massa da cui il fisco estrapolerà le situazioni particolari e chiederà spiegazioni ai cittadini.