Ad agosto i pensionati italiani hanno ricevuto il rimborso previsto dalla Sentenza n°70 del 2015 della Corte Costituzionale. Il rimborso per tutto ciò che il blocco della perequazione voluto dalla Legge Fornero ha tolto dalle tasche dei pensionati è stato di importo inferiore a quello che il Governo aveva promesso nella sua opera di pubblicizzazione dell’intervento. Ci sono quelli che credevano di rientrare tra i rimborsati ed invece non lo sono stati, e ci sono quelli che credevano di percepire una certa somma e ne hanno percepito un’altra. Il cosiddetto “Bonus Poletti” quindi è stato per molti una grande delusione soprattutto se si pensa alle reali somme sottratte dalla legge Fornero durante il blocco degli aumenti.

Perché le cifre sono inferiori?

La causa principale della disparità tra quello che era stato promesso e quello che è stato concesso è sicuramente da ricercare, in primo luogo nella alta tassazione a cui è stato sottoposto il rimborso. Il prelievo fiscale sulle cifre rimborsate le ha di fatto ridotte anche del 25%. In media quindi, i pensionati che sono rientrati tra i beneficiari del provvedimento hanno avuto intorno ai 350 euro, con punte massime di 750 euro e minime ben al di sotto dei 200. Rispetto alle promesse del Governo da 850 o 900 euro, che per la verità parlavano di cifre lorde, la differenza è tanta. Proprio il parlare in termini di difficile comprensione e le difficoltà di comunicazione, hanno prodotto questa illusione da cui i pensionati, nei giorni scorsi si sono svegliati.

Parlare di Pensioni pari a tante volte rispetto al minimo, di rimborsi lordi e poi il loro inserimento nelle pensioni di agosto che prevedono anche i saldi Irpef da 730, ha generato confusione e false aspettative.

A chi non è toccato niente

Sono rimasti tagliati fuori dai rimborsi i pensionati di nuova assegnazione, quelli che hanno percepito la pensione dal 2013.

Il loro assegno pensionistico infatti non è stato vittima del blocco della Legge Fornero. Il rimborso è toccato alle pensioni tra le tre e le sei volte il minimo, cioè tra i 1405 euro ed i 2810 euro lordi al mese. Per pensioni più basse o più alte di questa forbice, nulla è stato concesso perché nulla è stato tolto. Inoltre, cambiando anno per anno l’importo minimo della pensione, variava anche il limite da non sforare per rientrare nel blocco della Legge Fornero.

Così per alcuni il rimborso ha interessato solo uno degli anni di blocco e non tutti e perciò le cifre restituite sono state inferiori alle attese. Purtroppo, a fronte delle migliaia di euro che la Fornero ha tolto ai pensionati, quelli che sono stati restituiti possono essere considerati come degli spiccioli. Questo anche alla luce delle conseguenze che la mancata indicizzazione delle pensioni ha avuto e continua ad avere sugli importi mensili in pagamento e che sembra verranno adeguati, ma di poco a partire da gennaio 2016. Così c'è già chi medita su una raccolta di firme per fare in modo che la sentenza della Consulta venga rivisitata o che vengano concessi ulteriori rimborsi magari inseriti nella Legge di Stabilità prevista da Renzi. La storia non finirà certo quì, si prevedono altri episodi per i prossimi mesi.