La Legge di Stabilità 2016 è ancora in laboratorio sotto i ferri dei tecnici, ma acquisisce profilo di certezza il pacchetto a misura delle imprese. 1,8 miliardi è la posta per il mondo imprenditoriale, nella direzione della riduzione delle tasse e nuove iniezioni per spronare la ripresa. Il piatto forte rimane la riduzione dell’Ires, la promessa ventilata a più riprese che il premier in persona ha assunto come fermo impegno da non disattendere, a costo di pagare con i richiami di Bruxelles.

Taglio dell’Ires e incentivi per la crescita

La falciata all’Ires è l’asso tra le carte: dovrebbe scattare dal 1° gennaio 2016 la riduzione tra 2-3 punti dalla soglia attuale del 27%.

La misura è affiancata da altre misure espansive sul versante della crescita, per cui il governo colloca 60 milioni che vanno a pesare con altri 80 milioni come incentivi sul made in Italy. Se il taglio delle imposte non risucchierà troppe risorse, il governo potrebbe rafforzare il sostegno con incentivi intorno al miliardo per super-ammortamenti e acquisto di macchinari sui quali è prevista una 'deduzione maggiorata': per un bene del valore di 100 milioni l'ammortamento spendibile sale a 14 milioni per la deducibiltà del 14% anziché 10% attuale. Nella stessa direzione spingerebbero anche gli incentivi sulla ricerca che godrebbe di un sostegno di 200 milioni. Sono previsti tagli di tasse anche per l’agricoltura che si libererà del capestro di Imu sui terreni e Irap, al prezzo però di sforbiciate alle expeditures tax.

Dove prendere i soldi

Forse potrebbero essere sacrificati ancora una volta i pensionati, d’altra parte le Pensioni sono sempre state il bene-rifugio per i governi con esigenza di far cassa. Quindi la riforma delle pensioni ritarderà ancora sine die. C’è spazio in manovra solo per provvedimenti per esodati, Opzione Donnae disoccupati senior, con riserva per il governo di intervenire con disegno di legge ad hoc sulla flessibilità in uscita.

Dieci miliardi dovrebbe portare in dote il Ministero della Sanità e altri 6-7 miliardi verrebbero rastrellati da altri ministeri, destinati pure questi a varie sforbiciate in onore alla spending-review. Ormai si stringe e si pensa a chiudere il cerchio per l’appuntamento di giovedì prossimo, quando il governo presenterà la legge che in successione dovrà ricevere l’imprimatur delle Camere e di Bruxelles, il quale ha già storto il naso sugli audaci tagli alle tasse.