Il 30 novembre è stata pubblicata sul quotidiano il Corriere della Sera un'intervista all’amministratore delegato della prima banca italiana, Ghizzoni che ha illustrato gli obiettivi dell’Unicredit nei prossimi anni. Il piano di svolta prevede infatti un utile netto di 5,3 miliardi (+27%) e un risultato operativo lordo a 12,2 miliardi da raggiungere entro il 2018. Lo stesso ha inoltre mostrato molta soddisfazione per il recente investimento in Mediobanca. Il tema forse più importante che è stato affrontato da Ghizzoni nell'intervista riguarda proprio le sofferenze bancarie.

Ghizzoni ha sostenuto che entro 3 anni l’Unicredit ha intenzione di ridurre di 31 miliardi i crediti problematici, precisando comunque che negli ultimi anni si è provveduto ad effettuare accantonamenti rilevanti. Circa l’operazione di salvataggio della Banca Marche, della Banca Etruria, dellaCariChieti e della CariFerrara, Ghizzoni ha sottolineato che si è voluto fare un ‘intervento di sistema’ per evitare una bancarotta. Si è evitato così che scattassero le nuove regole sul bail-in che avrebbero peggiorato la situazione dei titolari di depositi bancari e postali.

Il futuro dell’Unicredit: filiali svuotate, i clienti operano sempre più on line

Alla domanda su quale sarà il futuro per le banche, l’amministratore delegato di UniCredit, ha risposto che è in atto una rivoluzione digitale.

Proprio per questo si è deciso di investire nelle nuove tecnologie oltre 1,2 miliardi di euro. Sono cambiati i tempi dunque dato che l’85% delle operazioni viene effettuato tramite internet banking, tablet e telefonini. L’obiettivo è dunque arrivare al 90% proprio perché negli ultimi due anni c’è stato un notevole calo delle operazioni allo sportello.

Non si può più puntare solo sulla crescita degli sportelli, ha aggiunto Ghizzoni evidenziando però che non bisogna dimenticare il ruolo di quelle professionalità umane che dovranno gestire le tecnologie digitali.

Nell'intervista si è parlato anche del fatto che Unicredit è la banca più internazionale tra gli istituti italiani, ciò comportando ampi benefici in termini di diversificazione e di economia di scala.

Ed ecco che in questo senso Ghizzoni ha dichiarato che in Europa l’Unicredit è la prima banca nel corporate per totale di credito erogato. Le ambizioni dell’Unicredit però non sono limitate alle imprese ma anche al settore del private banking su cui ci sono grandi margini di crescita.

Osservazioni sul taglio dei posti di lavoro all’Unicredit

L’intervista si è poi spostata sull’annunciato taglio di 18mila posti di lavoro in Unicredit. Ghizzoni precisa che si tratta di un piano di crescita della banca. È vero che l’organico viene ridotto con un alleggerimento di 6.900 unità ma si tratta di prepensionamenti, al fine di favorire il ricambio generazionale. Nei prossimi 3 anni 1.900 giovani verranno assunti.

Federico Ghizzoni, la cui carriera professionale è legata esclusivamente all'Unicredit, conclude poi con un accenno anche sull’indagine sui prestiti che ha visto coinvolto il vicepresidente Fabrizio Palenzona. Non ha paura di dire che l’avvio dell’indagine interna l’ha firmata lui insieme al presidente Giuseppe Vita. Nonostante ora sia tutto più chiaro sia sul fronte giudiziario sia sul fronte interno, ci tiene a far sapere che la governance della Banca ha sempre tenuto. Per info di economia premi tasto segui.