Su Repubblica si parla di 4 milioni di italiani in condizioni di povertà assoluta, circa il 7 per cento della popolazione. Questo perché le disuguaglianze economiche portano la ricchezza solo da una parte, dove il reddito è affiancato da una grossa fetta di patrimonio. In tale scenario capita che qualcuno perde il lavoro e la casa, e le famiglie tendono a formarsi includendo un solo figlio. Una soluzione a tutto questo potrebbe venire dal mettere in campo delle riforme, come la proposta del Ministro del lavoro Poletti in merito a un reddito minimo.

L'approvazione del reddito minimo garantito

L'ultima settimana di gennaio è stato approvato dal Parlamento il disegno di legge delega che riguarda il reddito minimo proposto dal Ministero del Lavoro.

Dunque, quando entrerà in vigore, verranno erogati 320 euro per più di 600 mila persone come aiuto alle famiglie con figli a carico. L'iter legislativo prevede che la norma entrerà a regime nel 2017 ma già per l'anno corrente verranno messi a disposizione 600 milioni di euro per dare respiro economico alle persone menzionate prima. Una somma che era stata messa a bilancio per l'inclusione sociale e che continuerà a mantenere questa valenza. Infatti, il sussidio andrà alle famiglie con la contropartita che dovranno mandare a scuola i figli e accettare uno tra i lavori che verranno loro proposti.

In generale, sui giornali si solleva una questione, ovvero che il potere di acquisto del Nord Italia è diverso da quello del Mezzogiorno.

Dunque la cifra elargita per alcune famiglie potrebbe non essere un vero aiuto. Mentre alla domanda su come viene coperto il costo complessivo di questa manovra sociale, il Ministro del lavoro risponde che non verranno fatti tagli ma si provvederà al riordino delle prestazioni assistenziali. Inoltre, quanto alla correttezza degli italiani, notizia positiva è il calo della percentuale di coloro che non dichiarano proprio tutto nella compilazione del proprio indicatore della situazione economica.

Per evitare confusioni, è necessario dire che il sussidio di 320 euro non costituisce reddito di cittadinanza, il quale verrebbe dato a tutti senza fare distinzioni e senza apporre le condizioni che prevede invece il disegno di legge Poletti.