L’entrata in vigore dell’accordo tra Turchiaed Unione Europea ha ridotto i flussi migratori per quanto riguarda la rotta balcanica, mentre in Italia tali flussi hanno superato, per la prima volta dal 2015, quelli della Grecia. I migranti che arrivano da noi, stando ai dati forniti da Frontex e dall’agenzia per i rifugiati, provengono per lo più dall’Africa, ossia da paesi come Nigeria (18%), Gambia (12%), Senegal (9%), Mali, Guinea, Somalia, Costa D’avorio (8%). Sono cifre variabili, in quanto con l’arrivo dell’estate, i dati sono destinati ad aumentare, soprattutto per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo.

I cittadini stranieri, arrivati irregolarmente in Italia, stazionano nei centri d’accoglienza e dei richiedenti asilo per essere identificati oppure espulsi se non sussistono le condizioni per rimanere. Alla luce di quanto succede, poiché i centri sono pieni ed il periodo di permanenza va ben oltre i 18 mesi, ultimamente si requisiscono caserme o capannoni per adibirli all’uso.

Si vuole trasformare la zona industriale del crotonese in un centro d'accoglienza

Ultimamente, un problema simile si sta proponendo per Crotone, precisamente nell’area del Papaniciaro, una contrada che possiede capannoni ad uso industriale. Poichè la produttività, a causa della crisi e dei cambiamenti repentini, ha frenato le attività esistenti, qualcuno sta pensando ora di seguire il business dell’immigrazione.

Il qui pro quo è sorto per via di una società, “Chemitalia”, che in quell’area fabbricava prodotti farmaceutici, adesso in liquidazione e che chiede il cambiamento della destinazione d’uso dichiarando l’immobile da produttivo a foresteria per trasformarlo in centro d’accoglienza. Una patata bollente nelle mani di Alessandra Vaccaro, direttore generale del Consorzio industriale che, sollecitata dal prefetto Vincenzo De Vivo, ha preso tempo per decidere.

I presupposti tecnici per cambiare la destinazione d'uso ci sarebbero

Seppur i presupposti tecnici per cambiare la norma nel piano regolatore ci siano, poiché sono previste attività di servizio, gli imprenditori del papaniciaro sono in totale disaccordo, in quanto per loro la zona deve essere finalizzata ad attività produttive; a meno che non si voglia procedere alla riconversione dell’area trasformandola in un grande centro d’accoglienza per migranti.

Il business dell’immigrazione sta dilagando in questa zona e pensare solo ai profitti che ne possono avere persone che vogliono solo speculare e fare facili introiti, è quanto di più aberrante ci possa essere. In fondo gli imprenditori del papaniciaro chiedono al Consorzio servizi efficienti fin’ora carenti, puntuali solo per l’arrivo di bollette esose da pagare.

Lo sviluppo di un territorio non può passare dai migranti

Il riuso, la programmazione della città e nello specifico della zona industriale non può certamente passare attraverso l’utilizzazione dell’immigrazione. Impensabile che la realtà economica del crotonese si possa rimettere in moto rinchiudendo gli immigrati in quegli scatoloni vuoti che sorgono lungo i due versanti dell’area di sviluppo industriale.

In questo caso il futuro è qualcosa a cui rinunciare seriamente, qualora esso potrebbe essere un ritorno al passato più remoto, quello delle schiavitù, della capanna dello zio Tom,tanto per intenderci.