Anche la crescita dell’Eurozona è a rischio. Le minacce per la sua economia si chiamano terrorismo, basso prezzo del petrolio e Brexit, il cui impatto sul vecchio continente potrebbero rivelarsi nefasto. Intanto, l’inflazione (ossia l’aumento generalizzato del prezzo di beni e servizi a scapito del potere d’acquisto della moneta) è ferma intorno allo 0 da circa due anni, ma è tornata in territorio positivo nel corso dell’estate, attestandosi allo 0,2% su base annua nel mese di agosto; cibo, alcol sigarette sono i beni che sono stati interessati da un aumento dei prezzi.

La disoccupazione, invece, si mantiene stabile appena sopra i 10 punti percentuali nei paesi dell’euro: l’Italia ha registrato a luglio uno dei maggiori cali, ma i tassi più bassi appartengono ad altre nazioni, vale a dire Malta, Germania e Repubblica Ceca.

La Banca Centrale Europea, comunque sia, continua la sua politica di sostegno all’economia soprattutto attraverso lo strumento del Qe (Quantitative easing), misura straordinaria mirata a far scendere il costo del debito degli stati e i relativi tassi di interesse, arrestando la discesa generalizzata dei prezzi, cioè la deflazione, fenomeno persistente in Italia.