L'Opec, l'organizzazione che riunisce tutti i 14 principali Paesi produttori di petrolio ha deciso per la prima volta dopo anni di tagliare a livello mondiale la produzione di greggio: il vertice si è tenuto ad Algeri ed è durato circa sei ore a causa di dissidi e divergenze tra gli Stati partecipanti. L'accordo tra i Paesi produttori di petrolio, infatti, è arrivato quando ormai nessuno ci sperava più dopo una seduta molto tesa, in cui si sono registrate molte differenze di vedute tra Arabia Saudita, Iran e Russia.

L'accordo tra i Paesi produttori di petrolio è arrivato dopo una seduta molto tesa.

La quota di produzione è scesa a 32,5 milioni al giorno, che è comunque una quota ancora elevata in un mercato degli idrocarburi come quello odierno che è stato saturato dal petrolio di scisto prodotto principalmente negli Stati Uniti con un prezzo più basso rispetto all'estrazione del petrolio tradizionale.

Quotazioni in rialzo

La stretta sullaproduzione ha fatto immediatamente alzare le quotazioni dell'oro nero nelle principali piazze finanziarie mondiali, tanto che il prezzo del barile è tornato aldi sopra dei 47 dollari per un guadagno finaledi almeno il 6%, un recordche non si realizzava da parecchi anni. Negli ultimi anni ilprezzo del petrolio è sempre rimasto basso e la produzione non era mai scesa; si era realizzato così un eccesso di produzione che, unitaallo sbarco sul mercato dello scisto statunitense, avevaquasi affossato l'economia di alcuni Paesi come laRussia o il Venezuela che si reggono quasi esclusivamente sulcommercio dell'oro nero e del gasnaturale. Le borse appena è stata diffusa la notizia hanno cominciato una vera e propria altalena nelle quotazioni dei titoli del settore petrolifero ed estrattivo, per poi attestarsi su valori più alti che hanno fatto immediatamente innalzare il prezzo del barile, sia per quanto riguarda il WTI, sia per quanto riguarda il Brent.

I possibili rincari

L'aumento del prezzo del petrolio avrà quasi sicuramente come conseguenza un rincaro del prezzo della benzina e del gasolio che ogni giorno milioni di automobilisti acquistano presso i distributori e le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra e promettono battaglia contro gli aumenti indiscriminati.

Ci saranno moltoprobabilmente anche aumenti per le tariffe di luce e gas che sono strettamente collegate all'andamento generale del prezzo del petrolio e quindi dovremo aspettarci delle bollette più pesanti, soprattutto perquanto riguarda il gas, per l'inverno che staarrivando. Di certo per i consumatori i nuovi rincari non sono una buona notizia, anche se la decisione dell'abbassamento della produzione sarà pienamente operativa solamente dopo la riunione dell'Opec che si terrà a Vienna 30 novembre prossimo.