Già l’anno scorso proprio in questo periodo tutti ricorderanno l’annuncio da parte del gruppo Unicredit di presentare 12 mila esuberi a livello di gruppo, i cui effetti si sono e si stanno vedendo anche ora. Altri licenziamenti furono anticipati anche da Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Intesa da Paolo, Popolare di Vicenza e Veneto Banca con circa mille esuberi. Ebbene questo stesso drammatico scenario si sta nuovamente verificando quest’anno, frutto di difficoltà finanziarie e di piani industriali spesso solo lacrime e sangue.

Il bilancio degli esuberi previsto da molte banche italiane lascia presagire delle drammatiche conseguenze.

E’ stato per primo infatti il Consiglio d’amministrazione di monte paschi di siena ad annunciare un bilancio in rosso per 849 milioni nei primi 9 mesi del 2016, e la chiusura di 500 filiali, oltre 2.500 esuberi.

MPS: licenziamenti a valanga e 500 filiali chiuse

Ma c’è di più perché è stato anche deliberato un aumento di capitale fino a 5 miliardi per evitare lo spettro del bail-in. A fronte di un utile netto di 1,1 miliardi entro il 2019, il prezzo più alto lo pagheranno quindi i dipendenti. D’altra parte anche Veneto Banca e Popolare di Vicenza hanno dato l’OK ad un piano che prevede di mandare a casa migliaia di dipendenti imboccando così la strada dei licenziamenti collettivi. La banche oggi devono lasciare spazio all’utilizzo di pc, tablet e smartphone e alla digitalizzazione dei servizi.

Il presidente della Popolare di Vicenza Gianni Mion ha infatti parlato di circa 1.500 esuberi. Per Veneto banca invece si parla di 700 esuberi. Dopo gli aumenti di capitale, il futuro per queste due banche è quella dell’integrazione che comporterà un probabile bagno di sangue dei dipendenti.

Una drastica riduzione delle filiali e dei dipendenti sembra per ora l’unica strada percorribile per i 2 istituti che hanno come principale azionista il fondo Atlante e molti problemi ancora di risolvere.

Fra i nodi da sciogliere c’è ancora quello sui crediti inesigibili che pesano sui bilanci. Ecco perché la BCE ha chiesto ulteriori verifiche e accantonamenti per circa 2 miliardi di euro. Daltronde è lo stesso Mion a dire che ’alternative alla fusione non ci sono per il momento’. Le cose però non vanno bene neanche in Europa, dove ad esempio la banca tedesca Commerzbank ha intenzione di licenziare quasi 10mila dipendenti, Ing Group, banca olandese ha in programma il taglio di circa 7mila posti di lavoro e la Deutsche Bank, istituto di credito tedesco ha annunciato la riduzione del 9% della forza lavoro.

Legge di Bilancio 2016, ecco i regali alle banche nella bozza

Quello che è sicuro è che da noi con la prossima Legge di Bilancio viene previsto uno stanziamento di 648 milioni di euro in 5 anni (fino al 2021) per gli esuberi. Nello specifico è stato disposto che tale integrazione in aggiunta alle risorse erogate dal fondo di solidarietà di categoria interessa 25mila lavoratori durante gli anni 2017-2019.

La finanziaria permette inoltre alle assicurazioni e le sgr (società gestione del risparmio) di restare escluse dall’addizionale Ires del 3,5%. Insomma, un bel regalo fiscale che premia le assicurazioni e ora anche le società molto spesso controllate da gruppi bancari. Ma non è ancora tutto. La bozza prevede infine anche che le contribuzioni addizionali richieste alle banche per coprire le perdite del Fondo nazionale di risoluzione usato per salvare le 4 banche (Etruria, Banca Marche, Ca.ri.fe e Ca.ri.Chi) possano essere differite su decisione della Banca d’Italia. I costi di tale operazione saranno diluiti a carico delle banche che hanno già incominciato a riversare sui propri clienti aumentando i costi dei conti correnti.