Ennesima novità all’interno della banca di Monte dei Paschi. È notizia di oggi infatti che il consiglio di amministrazione ha approvato il nuovo piano industriale, che ha come obiettivo principale la riduzione del costo del personale.

Focalizzazione che però riguarda anche inevitabilmente l’ottenimento di una maggiore efficienza. Per giungere ad essa il nuovo piano introdurrà importanti provvedimenti, quali la riduzione del suo organico di 2600 dipendenti, e lo spostamento dei restanti ad attività prevalentemente di natura commerciale. Un altro passo importante verso il cambiamento è la chiusura di circa 500 filiali.

Il costo del personale raggiungerà quota 1,5 miliardi di euro entro il 2019 (con diminuzione del 9%), grazie ad una sorta di turnover naturale e con l’attivazione del fondo di solidarietà. L’a.d., Marco Morelli, ha espresso la tranquillità propria e degli analisti sul buon fine di questa operazione, descrivendo i target del piano “raggiungibili e conseguibili”, ed aggiungendo inoltre che il gruppo MPS punta di ottenere alla fine di questo progetto una banca italiana solida, nonchè efficiente.

Un tentativo concreto e deciso di cancellare quanto successo nell’oscurità degli ultimi mesi negli affari, per la banca più vecchia d’Italia (come per altri colossi del settore, ed in generale, per tutta l'economia del Belpaese), i cui recenti bilanci, in negativo per via di una flessione nella raccolta di depositi, “ammorbidita” da una abile gestione del risparmio.

La chiusura dei primi nove mesi del 2016 è caratterizzata da una perdita di 849 milioni netti, impattati da 750 milioni di euro provenienti da rettifiche straordinarie contabilizzare nel terzo trimestre. Nello stesso lasso di tempo, solo 12 mesi fa, il gruppo Monte dei Paschi aveva fatto registrare (grazie ai circa 500 milioni di euro relativi all'operazione "Alexandria" e circa 120 milioni di euro derivanti dalla cessione a Poste Italiane di una quota di Anima Holding SpA). un utile intorno ai 585 milioni.