L’allarme sugli effetti nefasti della voluntary disclosure, che il governo Renzi si appresta ad inserire nella legge di Stabilità, arriva da una fonte anonima che va quindi presa con le molle. Ma le parole della ‘toga misteriosa’ pesano come macigni, visto che a garantire sulla veridicità delle sue affermazioni è un giornalista stimato come Gianni Barbacetto. Il magistrato, definito “esperto di reati contabili” articola in tre punti la sua denuncia contro l’ennesimo condono offerto agli evasori fiscali: passerà l’idea che le tasse non conviene pagarle, parte dei grandi capitali nascosti all’estero non emergeranno lo stesso e, ultima motivazione, le mancate indagini penali sui ‘volontari’ non permetterà di scoprire reati tipici delle associazioni mafiosecome corruzione, riciclaggio e bancarotta fraudolenta.

La voluntary disclosure è “diseducativa”

La fonte di Barbacetto usa una parola sola per descrivere il senso della voluntary disclosure: “Diseducativa”. A suo modo di vedere, infatti, questa misura iniqua va ad aggiungersi a condoni e scudi fiscali del passato, mettendo così in testa agli italiani il concetto che le tasse non convenga pagarle, tanto ci penserà lo Stato a dare il solito colpo di spugna con una sanatoria salva-evasori. La magistratura, continua il togato, “si è messa al servizio dell’erario” abbracciando il concetto di “giustizia negoziata” statunitense, paese dove non vige l’obbligatorietà dell’azione penale. Dunque, denuncia, la magistratura italiana “non dovrebbe rinunciare al suo ruolo di individuare e punire i reati.

Senza fare baratti: soldi in cambio di impunità”.

Un regalo ad evasori e criminali

E, invece, è proprio quello che starebbe succedendo con la voluntary disclosure. A molte persone che nascondono capitali all’estero, consapevoli di poter incappare nelle maglie della giustizia, conviene aderire alla ‘operazione lavatrice’ avviata dal duo Renzi-Padoan perché (vedi i casi della ‘lista Falciani’ e di Credit Suisse) sentono il fiato sul collo della Guardia di Finanza.

Meglio, dunque, dare una bella “sbiancata” al malloppo finché si può. Inoltre, continua il magistrato, chi vorrà, potrà comodamente lasciare nascosta parte del suo tesoretto, riciclando legalmente nel frattempo la somma fatta emergere attraverso società fiduciarie domiciliate in Italia. Per concludere, niente indagini penali per i partecipanti alla fortunata lotteria.

Infatti, spiega, “rischiano di restare sommersi, nascosti, invisibili, anche altri reati che la voluntary non dovrebbe né potrebbe coprire: riciclaggio, bancarotta fraudolenta, corruzione”. E meno male che il governo ha stralciato la ‘norma Corona’.