Dal 2017 si intensificheranno le indagini fiscali da parte dell’Agenzia delle entrate. Questa volta la novità riguarda tutti i contribuenti che preleveranno dai propri conti bancari (anche da sportello automatico) importi oltre i mille euro nella stessa giornata oppure oltre i 5mila euro nell’arco di 30 giorni. Al superamento di tali soglie, l’agenzia delle entrate potrebbe presumere che tali somme derivino da attività commerciale esercitate "in nero".

La novità introdotta dal decreto fiscale

All’interno del nuovo decreto fiscale (collegato alla legge di bilancio 2017) è stata approvata una norma che ha infatti riscritto l’art.

32, comma 1, n. 2) del dpr 600/73 estendendo la presunzione di attività “in nero” comportando in pratica l’onere per il contribuente di dimostrare il contrario. In base alla nuova norma i prelevamenti che superano i suddetti limiti (giornaliero o mensile) saranno considerati ricavi: tali prelievi diverranno (presuntivamente) “compensi”.

E’ opportuno ricordare che in materia si è già pronunciata in passato la Corte Costituzionale che con la sentenza n. 228/14 ha invece esentato i liberi professionisti dalla scure di un’analoga norma che prevedeva in capo agli stessi la medesima presunzione del “nero”.

Il contrasto normativo

Tale norma si porrebbe in evidente contrasto con la normativa (prevista con la legge di stabilità 2016) che vieta l’utilizzo del denaro contante solo per operazioni superiori a 3mila euro di valore.

In pratica è evidente il contrasto: è possibile eseguire operazioni di pagamento (e quindi anche di prelevamento) in contanti di importo fino a 3mila euro, però se si prelevano più di mille euro al giorno scatta l’accertamento. Insomma si possono spendere liberamente 3mila euro ma è possibile prelevarne solo mille.

Come funziona il limite di prelevamento

Ogni qualvolta si preleveranno più di 500 euro dal conto in giorno oppure più di 5mila euro in un mese il Fisco sarà legittimato a presumere che quelle somme siano il ricavato di una operazione in nero. Di conseguenza l’Agenzia delle Entrate provvederà alla tassazione di tali somme considerandole quale reddito.

Il contribuente che sarà oggetto di accertamento avrà pertanto il gravoso onere di dimostrare la provenienza e la destinazione dei soldi prelevati. In caso contrario il relativo importo sarà considerato reddito e pertanto assoggettato a tassazione. Tale principio nato inizialmente per i soli imprenditori, applicato talvolta anche ai lavoratori dipendenti, sarà da domani esteso in via generale a tutti i contribuenti.

Sarà pertanto tener nota delle operazioni bancarie e della relative “causali” in quanto il contribuente dovrà fornire la prova contraria in caso di accertamento, e spesso, magari a distanza di alcuni anni, non è certo semplice ricordare quale sia stata la destinazione dei soldi prelevati.

E’ consigliabile pertanto archiviare e conservare materialmente tutto ciò che potrebbe essere utile a dimostrare tali spostamenti di somme. Per restare aggiornati ed avere altre info di diritto potete premere il tasto segui accanto al mio nome.