Sembra un paradosso: la Cina, paese da sempre al centro dell'attenzione per la sua politica di censura di internet (il Grande Firewall è attualmente il sistema più avanzato al mondo per il controllo dell'accesso al web, che da anni impedisce agli utenti cinesi l'accesso ai più grandi siti web occidentali, tra cui Google e Facebook), paese che in generale ha sempre avuto una politica di controllo nei confronti dei cittadini, si sta per proporre come un paese aperto al mondo. Gli Stati Uniti, paese espressione della libertà per eccellenza, si stanno chiudendo.

Ma di che cosa si sta parlando? Nientemeno che della liberalizzazione degli scambi commerciali.

La Cina apre agli scambi, gli USA no

Certamente la Cina rimarrà sempre uno stato dove certe libertà non sono concesse, tuttavia Xi Jinping, segretario di stato cinese, ha voluto fare un annuncio paradossale al vertice Apec in Perù, annunciando l'intenzione di coinvolgere la Cina in una liberalizzazione degli scambi commerciali. Dichiarazione che può lasciare sorpreso chiunque, ma che alla fine può anche essere giustificata dal contesto storico attuale: l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti. Il nuovo presidente americano, infatti, ha annunciato, tra le sue idee, quella di scegliere la strada del protezionismo, al fine di tutelare le aziende americane e il lavoro negli USA, contro alternative all'estero che spesso si rivelano più convenienti (proprio la Cina viene a essere colpita dalla decisione di Trump, in quanto lì la manodopera costa decisamente di meno che negli USA).

Una guerra fredda mediatica tra Cina e USA?

La decisione di Xi Jinping sembra quasi una replica diretta alla scelta degli USA: commercio libero contro protezionismo, in una situazione paradossale dove la Cina si fa promotrice di una libertà (anche se limitatamente al commercio) e gli USA di una restrizione. L'interesse politico può smuovere questo e altro.

Tuttavia la liberalizzazione cinese apre perlopiù ai paesi del sud est asiatico, lasciando totalmente fuori le Americhe, mentre al contrario il TPP lasciava fuori la Cina: sembra una vera e propria guerra fredda tra i due paesi, combattuta a colpi di decisioni politiche volte a sbarrare il commercio tra questi due paesi.