FCA si è rifiutata di chiarire le perplessità degli esperti tedeschi circa l'uso presunto di software illegali per truccare le emissioni dei motori diesel, alla base del nuovo Dieselgate. Quindi la commissione Ue "deve conseguentemente garantire il richiamo" di alcuni modelli. Questa l'accusa lanciata dal ministro dei trasporti tedesco Alexander Dobrindt in un'intervista alla Bild on Sonntag riportata da Bloomberg. "Le autorità italiane sapevano da mesi che Fca, nell'opinione dei nostri esperti, usava dispositivi di spegnimento illegali", continua il ministro tedesco.

Non esattamente dello stesso avviso il ministro dello Sviluppo economico Calenda: "Berlino, se si occupa di Volkswagen, non fa un soldo di danno". E circa l'attività dell'EPA, l'Agenzia per l'ambiente americana, afferma che "le agenzie Usa di solito sono abbastanza indipendenti. Ma ora non so, bisogna vedere le carte".

Dal canto suo replica piccato agli strali tedeschi anche il ministro dei Trasporti italiano, Graziano Delrio che afferma invece che sulle emissioni alla base del dieselgate non bisogna fare confusione. Ci sono dispositivi che permettono di truccare le emissioni, "sentendo" quando l'auto si trova sui rulli di controllo per effettuare i test. Questi sarebbero stati usati da Volkswagen e sono illegali.

Altri - perfettamente legali - servono solo per salvaguardare il motore. Entrano in funzione con temperature alte, ad esempio, o dopo un lungo periodo di funzionamento. Ed è su questi ultimi che FCA sta dando chiarimenti.

La Commissione europea aveva fatto sapere che per le autorità italiane si stava esaurendo il tempo per fornire le spiegazioni richieste circa la contestazione dell'omologazione di un modello della Fiat.

Tali dubbi erano stati sollevati a settembre scorso dal ministro tedesco dei Trasporti. La Commissione aveva anche ricordato però che i suoi poteri sono limitati, perché può agire se uno Stato membro non rispetta le regole europee, ma non direttamente contro un produttore di auto.

Intanto, dalla Francia arriva notizia che le irregolarità sulle emissioni non riguarderebbero solo Renault.