Lo "stellone", così denominato da chi lo ha visto, è il marchio proposto dal Ministro dello sviluppo economico Calenda, qualche settimana fa. Una soluzione auspicata da molti, per difendere le eccellenze italiane all'estero come la gastronomia o il manifatturiero made in Italy. L'idea realizzata dal Ministro Carlo Calenda con la collaborazione del Ministro all'Agricoltura Marurizio Martina, è piaciuta a molti ma non a tutti. A centro del dibattito c'è l'oggetto e la provenienza dell'eventuale prodotto Made in Italy.

Perchè ci sono delle opposizioni sul marchio Made in Italy?

Il marchio sarà realizzato dal Poligrafico, attraverso un chip, permetterà di registrare la provenienza del prodotto e le relative informazioni. Sarà così facilmente rilevabile un falso, e tutelerà i produttori italiani. Ma chi e quali prodotti potranno accedere al marchio Made in Italy? L'orientamento generale del governo è indirizzato verso le norme del codice doganale "made in". Dunque si terrà in considerazione solo il prodotto lavorato nel paese d'origine, anche se ha utilizzato materie prime non italiane, nel caso specifico. Favorevole il segretario dei pastai dell'Aidepi Luigi Cristiano Laurienza: "La tutela dei prodotti italiani non investe la provenienza degli ingredienti impiegati, ma la capacità dei produttori italiani di trasformarle in prodotti d'eccellenza".

Contro questo indirizzo c'è il Presidente dell' Associazione Coldiretti, che invece vorrebbe tutelare le materie prime italiane.I consumatori vogliono prodotti italiani fatti al 100% con materie prime italiane, secondo il Presidente dell'Associazione dei consumatori.

Le stime parlano chiaro: serve un'inversione di tendenza

Secondo alcuni dati la contraffazione dei prodotti italiani porta ad una perdita stimata di 100 miliardi e 300.000 posti di lavoro.

Un dato allarmante che necessita di un intervento deciso da parte del Governo. Il chip "stellone" sarà adoperato in diverse tipologie di tessuti, passando dalla stoffa al policarbonato, con diverse misure a disposizione. Ora continueranno le trattative tra Governo e associazioni per raggiungere un accordo definitivo che metta d'accordo tutti.