I dipendenti Alitalia respingono il piano di salvataggio, lacrime e sangue, votando no al referendum con una maggioranza schiacciante del 67% dei voti. Ieri il consiglio di amministrazione ha quindi chiuso le porte al possibile commissariamento. Luca Cordero di Montezemolo, dopo il consiglio di amministrazione, riunitosi in via straordinaria, ha comunicato all'Enac la decisione del cda della compagnia di procedere con il commissariamento. La risposta di Vito Riggio, presidente dell'Ente nazionale per l'aviazione civile, ha però chiarito che, al momento, esistono le condizioni per poter evitare la nomina di un commissario e che l'ente continuerà a vigilare sulla compagnia seguendo le normative europee vigenti.

Dal Governo: 'Svendita o liquidazione'

Intanto dal Governo arrivano le prime reazioni dopo la vittoria del no. Il ministro dello Sviluppo economico, Calenda, ha delineato la strategia futura per la compagnia. Viste le dichiarazioni del Cda si andrà probabilmente verso un periodo di amministrazione straordinaria della durata di massimo sei mesi,al termine del quale si procederà con una svendita parziale o addirittura totale degli asset Alitalia o alla liquidazione. Il ministro blocca le voci di una possibile nazionalizzazione e di possibili aiuti da parte dello stato. Se ci sarà un finanziamento statale ad Alitalia sarà solamente sotto forma di prestiti con condizioni ben precise, niente nazionalizzazione o amministrazioni straordinarie della durata annuale.

Per quanto riguarda gli esuberi invece per ora non si conosco le sorti delle migliaia di lavoratori, con la vittoria dl no è di nuovo tutto in discussione. Il ministro del Lavoro Poletti ha comunque reso nota la volontà del governo di attuare leggi in materia per tutelare i lavoratori di Alitalia, ma anche da lui arriva un secco no alla nazionalizzazione di un azienda privata.

Nessuna conseguenza sui voli, per ora: sconcerto Etihad

Intanto il Cda ha comunicato che non ci saranno ripercussioni sui voli che rimarranno operativi, almeno per ora. Jules Hogan, il numero uno di Etihad, interviene sull'esito del referendum parlando di "sconcerto" e di "voto deludente" sopratutto visto che si era raggiunto l'accordo con i sindacati e con il governo e che ciò avrebbe reso più sicuro il futuro della compagnia aerea. Continua dunque la crisi di Alitalia e di apri passo quella dei sindacati, che con questo voto di protesta hanno ricevuto un chiaro segnale dai lavoratori.