report, la nota e osteggiata trasmissione della televisione pubblica, ha svelato gli ultimi retroscena dell’inchiesta sul Sole24Ore. Tra le novità figura una società londinese- la Di Sorce- che avrebbe gonfiato le vendite online del giornale all’estero, generando un ammanco di 3 milioni di euro. L’azienda, spiega Giovanna Boursier, otteneva un utile di 8 centesimi su ogni copia digitale che riusciva a vendere, peccato però che gli acquirenti erano inesistenti. Dietro questa truffa, ai danni del gruppo editoriale economico-finanziario più importante d’Italia, compaiono ex dipendenti del giornale- Massimo Aioli, Alberto Biella, Paolo e Stefano Quintarelli- che devono rispondere di appropriazione indebita.

L’ex capo diffusione, Alberto Biella, secondo i magistrati, avrebbe convinto Donatella Treu, vecchio amministratore delegato, a firmare il contratto con la società londinese. Invece, Stefano Quintarelli, che nel 2012 guidava l’area digitale del Sole24Ore e che ora è in Parlamento, secondo le dichiarazioni di un teste avrebbe fornito una sola volta nomi reali di cittadini italiani, residenti all’estero, ai quali la Di Source vendeva, si fa per dire, gli abbonamenti.

Dalla Di Sorce il gruppo editoriale di Confindustria sarebbe stato beffato due volte. Infatti, le carte recuperate dalla Procura mostrano che il finanziamento necessario per la sua costituzione è stato pagato dallo stesso soggetto truffato.

In questo caso la perdita economica registrata è di 82 mila sterline.

I mancati pagamenti al Comune di Milano

La magistratura sta ora indagando anche su 24OreCultura, un’altra azienda facente capo all’omonimo gruppo che, secondo la Boursier, avrebbe ricevuto indebitamente denaro dalla controllata per coprire i propri buchi di bilancio.

Anche qui la lacuna da colmare è ampia. Una fonte di Report-che si è avvalsa dell’anonimato- ha dichiarato l’esistenza di un debito di circa 700 mila euro che 24OreCultura ha maturato con il Comune di Milano, per la gestione del Museo delle Culture. Inoltre, l’anonimo individuo ha spiegato che la presa in carico del Mudec è stata messa in atto dallo stesso giornale per ripianare un mancato incasso di 1,3 milioni di euro.

Questo bottino perso proveniva da una mostra su Klimt finanziata dalla collegata del Sole in collaborazione con Marc Restrellin, proprietario della galleria d’arte parigina che ha ospitato l’evento. A conclusione dei lavori però Restrellin è sparito e con lui anche i ricavi prodotti da un’attività che ha richiamato 400 mila visitatori.

Questo è quanto si aggiunge alla crisi del colosso editoriale di Confindustria che, pur essendo proprietario del gruppo (poiché è azionista di maggioranza con una quota del 67%), si dichiara ancora all’oscuro di molte informazioni. Giovedì 11 Maggio è prevista la riunione del Consiglio d’Amministrazione che dovrebbe autorizzare l’aumento di capitale, per sistemare i conti. Nel frattempo, i dipendenti del Sole24Ore cercano di far capire ai propri lettori la loro estraneità a queste losche vicende, mentre sulla loro testa si estende l’ombra del licenziamento.