Nella puntata dell'11 aprile a "DiMartedì" su La7 è intervenuto il senatore a vita ed ex Presidente del Consiglio Mario Monti, che ha risposto a diverse domande di attualità politica ed economica da parte del conduttore Giovanni Floris. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.

'Si chiude fase economica fortunata, il futuro potrebbe essere peggiore. No nuova flessibilità'

Parlando degli ultimi anni sul piano economico Monti ha detto: "Sta per chiudersi una fase particolarmente fortunata per tutti i paesi, pur con recessione e difficoltà, però vi sono stati elementi favorevoli come tassi d'interesse bassi, politica di inondazione monetaria da parte della BCE, tassi di cambio favorevoli e altri elementi positivi.

E' stato relativamente facile fare politica economica in una fase senza venti e tempeste. Certo abbiamo dovuto smaltire la recessione, ma senza la paura di tempeste finanziarie". Mentre parlando del futuro, Monti ha detto: "Il contesto sta cambiando, la BCE non potrà continuare a creare liquidità, la situazione mondiale è difficile e ci potrebbero essere ripercussioni sui prezzi, quindi non sarà possibile fare i ragionamenti degli ultimi 3 o 4 anni, con un tentativo di abbassare tasse o dare bonus per creare consenso. Fra l'altro, da noi si pensa che questo serva a fini elettorali, ma in Spagna e Olanda è stato dimostrato che non è così e sono tornati al Governo quelli che governavano prima: non è affatto ovvio che precostituire elettori più sorridenti voglia significare che essi daranno il consenso".

Sulla prossima manovra economica e il rapporto dell'Italia con l'UE, Monti ha detto: "Ho molta fiducia in Gentiloni e in Padoan circa la loro possibilità di interagire con l'Europa. Nei prossimi giorni si deciderà se l'Italia intende opporre resistenza alla necessità di ridurre per il 2017 il disavanzo dello 0,2%, ecco se l'Italia vuol giocare la carta di ridicolizzare l'UE affermando che essa gioca coi decimali, in realtà non fa il proprio interesse.

Perché flessibilità sui conti l'Italia ne ha già ottenuta, l'UE è già stata molto concessiva, io poi ho sempre ritenuto che non sia un bene continuare a mettere oneri sui nostri figli e nipoti per il futuro. Se in questo momento l'Italia vuol fare questa prova di forza, sbaglierebbe: non credo lo farà perché stanno crescendo i tassi d'interesse e gli spread.

L'Italia non si deve incaponire su questo 0,2% perché dimostrerebbe di essere ancora prigioniera dell'idea secondo cui con il disavanzo pubblico si fa crescita, e questo non lo crede più nessuno nel mondo. Questo non è un momento disperato, è durissimo, ma non abbiamo nessuna ragione di pensare che il futuro sarà meno duro, perché circostanze esterne potrebbero tornare a essere meno positive. Se facciamo questa prova di forza, l'Europa penserà che l'Italia torna sulle vecchie strade, pagheremmo in termini di maggiori tassi d'interesse molto più di quello che penseremmo di aver guadagnato con lo 0,2%. Si possono invece tagliare le spese, Padoan sa come fare".

'Renzi parla ma non ascolta, prova gusto a parlare a sé stesso'

In risposta a un'affermazione dei giorni precedenti di Matteo Renzi, il quale aveva ipotizzato che proseguendo le politiche dei Governi precedenti i conti pubblici sarebbero peggiorati, Monti ha detto: "Non è un dibattito utile perché Renzi parla, ma non ascolta, non legge, non tiene conto delle considerazioni altrui. Ripete con efficacia considerazioni che ha già fatto molte volte, ma non si preoccupa di ascoltare che cosa dicono quelli che non la pensano come lui. Non credo di dover ingaggiare più un dibattito con chi prova un gusto particolare a parlare a sé stesso".

Sui populismi: 'Temevo contagio dopo Brexit, ma non è andata così'

Infine sull'avanzata dei populismi l'ex Premier ha detto: "Temevo che il voto sulla Brexit avrebbe prodotto un effetto contagio, ma non è stato così perché gli altri paesi hanno visto le gravi incertezze che stavano accadendo al Regno Unito. Già pochi giorni dopo il referendum britannico, alle elezioni in Spagna i populisti non sono andati bene, in Austria il candidato presidente nazionalista non ha vinto, poi in Olanda Wilders non ha vinto, in Germania comunque vada Merkel e Schultz sono europeisti. In Francia vedremo. In tutti i paesi europei, tranne uno che è l'Italia, dopo la Brexit nei sondaggi è cresciuta la voglia di stare in Europa e non quella di uscirne".