Ti serve con urgenza 1 kg di pane? La tua lista della spesa è talmente lunga che non fai più in tempo a passare dal fruttivendolo? Sogni di avere tutti i giorni a casa tua pesce fresco, uova, formaggi, tutto di altissima qualità ma senza la fatica di uscire ogni volta per la città e tantomeno sprecare litri di benzina?

No, non ti serve più una casa in campagna. Adesso basta un click e in mezz'ora arriva tutto a casa. Addio carrello della spesa, addio lunghe file alla cassa nei centri commerciali.

La svolta di Amazon

È una rivoluzione per lo stile di vita di milioni di persone, da oggi realtà grazie ad una gigantesca operazione di Amazon: il colosso mondiale dello shopping online ha appena annunciato l'acquisto per quasi 14 miliardi di dollari di Whoole Foods Market, catena di supermercati specializzata nel cibo biologico ad altissima qualità che va dall'inizio della filiera produttiva fino al cliente finale con circa 30 mila prodotti certificati.

Per questo acquisto gli amministratori, in testa il fondatore Jeff Bezos, si sono impegnati a far rientrare un debito molto elevato di cui soffriva la vecchia azienda, ma sono fiduciosi di farcela grazie alla potente digitalizzazione in corso: è molto probabile che vi sarà una riduzione imponente del numero di cassieri e la conversione di migliaia di posti di lavoro in centralinisti e operatori online.

Le reazioni della concorrenza

Le prime reazioni shock arrivano da Wall Street: i titoli delle grandi catene alimentari sono crollati con perdite altissime tra il 4% e il 9% nella sola prima giornata dopo l'acquisto effettuato da amazon. Sono in molti a temere a questo punto una 'guerra' commerciale contro gli altri giganti americani del mondo alimentare, come Walmart e Kroger.

In realtà già da molti anni il boom delle vendite online aveva fortemente indebolito i big del settore, molti dei quali ancora carenti di innovazione tecnologica. È infatti l'innovazione l'unica arma capace di fronteggiare la temibile concorrenza.

Il principale derby a stelle e strisce si giocherà tra Amazon e Walmart: quest'ultima fino a pochi mesi fa si sentiva in una botte di ferro grazie alla sua enorme rete di 4500 supermercati diffusi in tutti gli Stati Uniti, ma c'è stato il ritorno alla dura realtà di fronte al crollo delle ultime vendite trimestrali.

Nonostante ciò Walmart ha tutte le carte in regola non solo per sopravvivere, ma anche per vincere questa sfida: già da tempo ha aumentato i propri investimenti sull'e-commerce, introducendo alcune importanti innovazioni come ad esempio l'apertura di una propria catena di pick-up, ossia magazzini locali in cui si possono ritirare comodamente i propri acquisti online.

Più difficile è la situazione di Costco, la terza catena di supermercati più grande del mondo dopo Walmart e Carrefour, ma ancora rimasta troppo indietro a livello tecnologico. Tuttavia anche Costco dovrebbe farcela grazie ad alcuni partner dell'industria hi-tech, la cui copertura economica sarebbe facilmente garantita.

Le realtà locali: chi perde e chi guadagna

Ben più complessa è la situazione delle piccole realtà regionali, che annegate in questo mare finanziario in tempesta rischiano di diventare per prime 'cibo' per i più grandi 'pescecani' del settore, e Amazon non attende altro per allargare ulteriormente la propria rete di distribuzione con nuovi acquisti.

In particolare da segnalare le forti difficoltà delle meal kit company, tra le più note Sunbasket (tradotto significa letteralmente 'cestino del sole'): servizi di consegna a domicilio che garantiscono ai clienti la possibilità di ordinare box di ingredienti già dosati e pronti all'uso, ma tutti di altissima qualità biologica (no ogm e no conservanti), ricette incluse, allo scopo di cucinare piatti gourmet a casa propria.

In questa forte competizione sono a rimetterci anche i pionieri dei negozi alimentari online: è il caso di Instacart, azienda di shopping alimentare on line attiva in California dal 2012, che si può dire ha tracciato la strada da seguire alla stessa Amazon. Ma in realtà Instacart è già vincolata da un accordo con Whole Foods, e quindi con la stessa Amazon che l'ha acquisita, tramite partecipazioni che dureranno fino al 2021. Dunque manca ancora molto tempo per conoscere il destino di quest'azienda: se anch'essa sarà acquistata definitivamente da Amazon oppure ne subirà una pericolosissima concorrenza.

Tuttavia molte altre piccole start up, cioè aziende di recente costituzione, non temono di essere stritolate ma anzi vedono questa sfida come una enorme opportunità di guadagno: il loro aiuto sarà fondamentale ai colossi Walmart e Costco per l'alta tecnologia di supporto e per la maggiore affidabilità come potenziali partner rispetto a Instacart, come già detto troppo implicata con Amazon.

È ad esempio il caso di Store Power cui si rivolgono le aziende che vogliono reinventare in chiave più moderna il rapporto con i propri clienti, ma anche il caso di Shipt che raccoglie fondi di milioni di dollari per rinnovare i mercati interni dell'America più profonda e irraggiungibile, quella del Kansas o del Nebraska tanto per intenderci.

Un boom da 800 miliardi di dollari

Quello degli alimenti e delle bevande ad alta certificazione e origine controllata è un business che vale circa 800 mld di dollari. È incredibile immaginare un successo simile negli Stati Uniti, spesso accusati di scarsa attenzione per la qualità dell'alimentazione, con tutti i rischi e le pericolose conseguenze che ne derivano (alto tasso di obesità in primis).

Ma forse negli ultimi anni grazie alla green economy qualcosa è culturalmente cambiato, anche grazie alle campagne salutiste dell' ex first lady Michelle Obama. È difficile tornare indietro da un business simile, anche se la presidenza Trump ha cambiato in senso più permissivo la dirigenza dell'agenzia USA per la sicurezza alimentare (FDA, Food and Drug Administration).

Sviluppi futuri? E in Italia?

C'è da chiedersi se il successo a stelle e strisce si potrà replicare in Europa, e in particolare in Italia, dove lo shopping online negli altri settori (abbigliamento, musica, giochi, ecc) è ormai decollato da anni, mentre quello alimentare rimane tuttora un fenomeno di nicchia nonostante una discreta crescita negli ultimi anni.

È noto che in Italia il rapporto con il cibo e la cucina in generale è perfino fisico: dal macellaio amico di famiglia alla fornaia preferita dove torni ogni settimana, dalla pasticceria sotto casa alla gelateria del corso in centro. Siamo pronti a sostituire l'immancabile carrello della spesa con un carrello virtuale? Per non parlare della mamma, immaginario tipicamente italiano, che all'ora di pranzo ti aspetta a tavola con un piatto di pastasciutta già pronto. O forse, data la vita frenetica quotidiana, dovremo un po' rivedere anche noi la validità tutti questi stereotipi e comprendere che non siamo più negli anni '50? Non sarà più 'fatti mandare dalla mamma a prendere il latte' come cantava Gianni Morandi ma fatti mandare da Amazon?

Riusciamo a immaginare anche in Italia migliaia di mamme (o papà) che cliccano su Amazon per ordinare gli ingredienti delle melanzane alla parmigiana?

Tanti dubbi a tal proposito, ma intanto che la rivoluzione abbia inizio, poi chi vivrà vedrà.