Una montagna di soldi proveniente da slot machine, lotterie e schedine: sono 96 i miliardi di euro che gli italiani hanno sborsato nel 2016 per tentare la fortuna con il gioco d'azzardo legale. È la cifra ufficiale indicata nel rapporto dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato. A fronte di tutte queste giocate, le vincite incassate dagli scommettitori sono state pari a 76 miliardi e 900 milioni e, di conseguenza, la spesa effettivamente sostenuta (ossia la differenza tra raccolta e vincite) è stata di 19 miliardi. Se è vero che sia l'ammontare delle giocate che quello del denaro restituito attraverso le vincite sono aumentati, è altrettanto vero che è cresciuto parecchio anche l'esborso: nel 2015, gli italiani avevano investito 88,2 miliardi, riuscendo a riaverne 71,1, "sperperando" in definitiva 17,1 miliardi di euro.

L'anno scorso, quando la fortuna ha concesso ai giocatori 76,9 miliardi di euro, le slot machine e gli altri concorsi ne hanno inghiottiti 19, cioè 2 in più di quanto successo nel 2015, per un incremento della spesa reale pari al 10,5%.

Un "investimento" pro capite da 1.578 euro

È come se ogni italiano (neonati compresi), in media avesse tirato fuori 1.578 euro, dei quali avrebbe dovuto riaverne indietro 1.264 euro in vincite: la differenza è pari all'esborso medio di poco più di 300 euro. Tutto corretto a livello statistico; peccato però che i neonati non siano in grado di comprare "Gratta&Vinci", e che le vincite non siano mai distribuite equamente, ma si concentrino in pochi montepremi di alto valore.

Ad essere penalizzati, spesso, sono i soggetti già in difficoltà economiche che vedono nel gioco una via d'uscita mentre, al contrario, ne diventano schiavi. A non perdere mai è lo Stato, che lo scorso anno ha ricavato dall'azzardo legale poco più di 10 miliardi, con un incremento del 24% rispetto al 2015, quando l'incasso dell'Erario fu superiore agli 8 miliardi.

Slot machine e videolottery, da sole, hanno "inghiottito" 49,4 miliardi di euro l'anno scorso, oltre la metà dell'intera raccolta dell'azzardo legale (1,4 miliardi in più dell'anno prima per l'aumento della tassazione su questi apparecchi, introdotta dalla legge di stabilità 2016). Le lotterie hanno incassato 9 miliardi, altri 8 sono arrivati dal Lotto, 7 e mezzo dai giochi a base sportiva, mentre il resto è legato ad altri concorsi e scommesse.

La battaglia per limitare le slot machine

Questi numeri fanno capire quanto gli italiani amino scommettere. Anche quando, come successo in 300 Comuni (la metà in Piemonte), i sindaci hanno emesso ordinanze per limitare gli orari di accensione delle slot machine. Alcune Regioni hanno anche legiferato in materia, imponendo distanze minime da scuole, ospedali, centri anziani e chiese per i locali (bar, ristoranti, tabaccherie) che intendano ospitare macchinette. Secondo Assotrattenimento (l'associazione degli operatori del gioco lecito), queste norme provocheranno la "morte" delle slot machine legali, ma non la cancellazione della domanda di azzardo, con il risultato di far tornare l'intero settore nell'illegalità, e mettere in crisi un comparto che, in Italia, vede impegnate 4.800 aziende di manutenzione degli apparecchi e altre 400 di costruzione, mettendo a rischio almeno 26mila posti di lavoro. Se ne parlerà a Milano lunedì 19 giugno, nel corso di un convegno al quale parteciperà anche l'onorevole Mariastella Gelmini.