I libretti al portatore dal 4 luglio non esisteranno più. Lo ha stabilito il decreto legislativo 90/2017 del 25 maggio. Quelli esistenti saranno estinti entro il 31 dicembre 2018 e resteranno soltanto i libretti nominativi. Si dovranno adeguare sia i risparmiatori che le banche e gli uffici postali, che potranno proporre soltanto questa nuova forma di libretti, cestinando per sempre una delle forme di risparmio più adottate degli ultimi anni.

I prodotti ammessi saranno soltanto quelli che richiederanno l'obbligo di identificazione nei confronti del titolare.

Inoltre saranno vietati libretti e conti aperti in forma anonima o con intestazione fittizia. Lo stesso discorso vale per quelli che sono aperti all'estero e utilizzati nel nostro Paese.

Cosa sono i libretti al portatore

I libretti al portatore si caratterizzano per il fatto che sono disponibili a più soggetti. A differenza dei libretti nominativi, non sono associati ad un unico soggetto. Il prodotto diventa di proprietà di colui che lo detiene. Adesso, con le nuove leggi, verranno eliminati, perché non garantiscono una sufficiente tracciabilità. Questi titoli di credito vengono pagati soltanto a chi li tiene in tasca e tutto ciò può essere pericoloso, perché non consentono di prevenire adeguatamente il riciclaggio internazionale, il finanziamento ad atti di terrorismo o a traffici illeciti.

Le novità degli ultimi 10 anni sui libretti

La questione dei libretti al portatore ha subito negli ultimi 10 anni differenti interventi. L'Italia ha agito anche su input internazionale, che ha puntato molto sull'antiriciclaggio. Per esempio nel 2011, con il decreto Salva Italia, era stato ridotto a 1.000 euro il limite per l'apertura e il trasferimento di questo prodotto bancario e postale.

È stato stabilito anche che i libretti con un saldo superiore avrebbero dovuto subire una regolarizzazione entro il 31 marzo del 2012. In caso contrario, si sarebbe incorsi in una multa molto salata, pari ad un minimo di 3.000 euro.

Nonostante tutto ciò i libretti al portatore hanno sempre conquistato, soprattutto, certe fasce di risparmiatori.

Molto indicativi a questo proposito sono i dati di Poste Italiane, relativamente al dicembre scorso. Risulta evidente che questi libretti per le Poste valgono ancora un totale di 19 miliardi di euro. È difficile, quindi, dire addio a questo prodotto bancario, ma inevitabilmente stavolta ci si dovrà adeguare.