Nelle sezione "The World if", il celebre settimanale britannico The Economist prova a esaminare scenari politici, economici o tecnologici poco probabili o in ogni caso particolarmente suggestivi. Tra quelli proposti nel numero di questa settimana, ce n'è anche uno particolarmente affascinate: come sarebbe il mondo se la circolazione degli individui attraverso i confini nazionali fosse completamente liberalizzata. Una delle conseguenze meno intuitive e più rilevanti, tra quelle riportate dal giornale, sarebbe la crescita stimata del prodotto interno lordo a livello mondiale, che potrebbe raggiungere 78 mila miliardi di dollari, con un progresso di quasi l'80% sui livelli di ricchezza di partenza.

Perchè la libertà di movimento aumenta la ricchezza

L'argomento di fondo, in merito all'aumento di ricchezza derivante dalla libera circolazione, è stato approfondito con il contributo di Michael Clemens, economista esperto di politiche contro la povertà che lavora al Centre for Global Development, di Washington DC e di Bryan Caplan and Vipul Naik autori del capitolo 8 “A radical case for open borders” all'interno del manuale "The Economics of Immigration: Market-Based Approaches, Social Science, and Public Policy".

In sintesi, quando un lavoratore si sposta da un paese povero o in via di sviluppo ad uno ricco ed avanzato, tipicamente vede crescere in modo sostanziale il proprio reddito. Questo, secondo i fautori della libertà di circolazione, è in gran parte dovuto alla possibilità di beneficiare di istituzioni non estrattive che favoriscono la prosperità e la pace oltre che di infrastrutture e tecnologie che consentono una produttività più elevata: un lavoratore agricolo appena arrivato in un paese avanzato riesce ad ottenere per ogni ora lavorata quantità di prodotto ben maggiori rispetto a quello che poteva realizzare nell'ambiente ostile e arretrato da cui proveniva.

Rischi e controindicazioni

Se i benefici di carattere economico sono evidenti e condivisibili, le possibili controindicazioni, che rendono la piena apertura delle frontiere una prospettiva al momento improbabile, riguardano principalmente aspetti politici e socio-culturali. L'arrivo in massa di gruppi di individui con culture e abitudini differenti avrebbe sicuramente un impatto dirompente sulle strutture sociali dei paesi di destinazione e, in assenza di efficaci meccanismi di preservazione potrebbe addirittura mettere in discussione proprio quelle istituzioni che rendono possibile il guadagno di produttività e l'aumento della ricchezza generale.

Si tratta ad ogni buon conto, di criticità gestibili con dei correttivi, quali ad es limitazioni temporanee alla partecipazione Politica e all'accesso al welfare, tutto sommato accettabili se rapportate al beneficio complessivo conseguito.

Lo scenario affascinante raccontato dal settimanale britannico ad oggi risulta alquanto improbabile, tuttavia nell'evidenziare i vantaggi rilevanti ottenibili con una maggiore apertura delle frontiere, addirittura superiori a quelli del commercio internazionale, ci suggerisce che le resistenze ideologiche alla libertà di circolazione andrebbero riconsiderate alla luce di una più concreta valutazione dei costi e dei benefici.