Qualcuno lo ha definito il “Grande Fratello” del fisco Italiano, perché ormai, tutto quello che riguarda ogni singolo contribuente è sotto la lente di ingrandimento del Fisco. Anagrafe Tributaria, Catasto dei terreni e fabbricati, Inps, buste paga e perfino i risparmi in Banca o alle Poste. L’Agenzia delle Entrate ha in mano tutti i dati per stabilire lo stato di salute economico e finanziario di un cittadino. La situazione dal 1° luglio sembra addirittura peggiorata perché le Entrate, oltre alle solite azioni di controllo, adesso ha in mano anche la riscossione, cioè l’incasso delle cartelle e dei debiti dei contribuenti che fino ad allora erano appannaggio di Equitalia che non era in grado di ottenere tutte le informazioni che sono in mano al Fisco.

Un articolo pubblicato oggi dal noto quotidiano “Il Giornale” spiega bene cosa sono i dati che il Fisco controlla relativamente al conto corrente di ogni singolo contribuente.

Cosa finisce nella lente di ingrandimento

L'Agenzia delle Entrate controlla tutti gli spostamenti di danaro su un conto corrente, dai bonifici ai prelievi o depositi. Il quadro su ogni cittadino che ha un conto corrente è fatto in base alla giacenza media, cioè a quanto mediamente è fermo sul Conto di ogni contribuente. Un calcolo che tiene conto del saldo iniziale, dei movimenti di un periodi di 365 giorni e del saldo finale. Il Giornale richiama un articolo di Businessonline che elenca cosa davvero controlla il Fisco, soprattutto alla luce del vincolo imposto alle banche di comunicare, periodicamente, tutti i dati dei movimenti all’anagrafe tributaria.

Non solo il conto corrente, ma anche i depositi titoli, il conto deposito, i buoni fruttiferi e perfino le cassette di sicurezza e le carte di credito o debito come la classica e diffusissima Postepay. Inoltre, anche i fondi pensione e le polizze vita, essendo paragonati a investimenti vengono monitorati costantemente.

Blocco del conto per debiti

Come dicevamo, con il passaggio della riscossione cartelle da Equitalia ad un ente interno all’Agenzia delle Entrate, tutti questi dati possono servire oltre che per controllo, anche per riscuotere i crediti vantati dalle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei contribuenti indebitati. I dati bancari in questo senso sono quelli più utili alla riscossione, perché sembra che dal 1° luglio le operazioni coattive di richiesta di pagamento sono più rapide.

L’Ente riscossore ha in mano i dati dei debitori relativi a quanto hanno in banca. Senza avvisare il contribuente in maniera preventiva, il nuovo concessionario potrebbe mettere in atto tutte le azioni utili, compreso il congelamento dei conti correnti per vedersi risarcire il dovuto. Naturalmente non siamo di fronte ad un libero arbitrio nel quale Agenzia delle Entrate Riscossione, arbitrariamente preleva soldi avvisando il soggetto terzo tra esso ed il debitore, cioè la banca. Ci sono regole ferree da seguire, come comunicare al debitore l’ammontare del debito e intimargli di pagarlo. Ci sono i canonici 60 giorni di tempo tra la comunicazione ed il passaggio all’azione di forza. Inoltre, le nuove norme consentono all’Ente riscossore di congelare i conti solo in quota parte, cioè solo per le cifre relative all’entità del debito con l’aggiunta delle relative spese di riscossione.

Questo soprattutto nel caso di conti correnti cointestati, perché come spiega un articolo del sito di informazione legale leggepertutti.it, in caso di conto intestato a due o più persone, il creditore può congelare solo la quota di proprietà del debitore e non le altre, anche se il debito è superiore a detta quota. In pratica, in un conto corrente intestato per esempio, a due coniugi, l’intervento del Concessionario può essere solo sulla metà di quanto stanzia in banca. Per di più, come dicevamo, anche se la metà dei soldi disponibili sul conto non basta per sanare il dovuto. Nel caso contrario, cioè se il debito risulti inferiore alla metà dei soldi presenti sul conto, Agenzia Entrate Riscossione potrà congelare solo il corrispettivo del debito aumentato della metà per le varie spese accessorie.