Questo sabato 16 settembre al centro congressi di via Alibert, nei pressi di piazza di Spagna a Roma, si è svolto il dibattito "Un nuovo centrosinistra per unire l'Italia" organizzato dall'area del Pd che fa capo al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Diversamente da quanto pubblicizzato all'incontro non hanno partecipato il ministro Carlo Calenda e il leader di Campo Progressista Giuliano Pisapia, che hanno mandato una lettera di saluto.

Fra i vari interventi della mattinata, particolarmente applaudito dalla platea è stato quello dell'onorevole del PD Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.

Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.

'Lotta di classe c'è ancora: ma l'hanno vinta i ricchi'

Parlando di economia Damiano ha detto: "Io sono keynesiano, l'intervento dello Stato in economia è positivo e va temperato con l'iniziativa privata. Bisogna proteggere il lavoro e combattere le derive del capitalismo liberista. Oggi bisognerebbe studiare di più il capitalismo, forse ci siamo dimenticati questa analisi, ma c'è stato un passaggio dal capitalismo industriale a quello finanziario. La mia generazione quando parlava di lotta di classe, che abbiamo indebitamente messo da un lato, leggeva Karl Marx. Oggi ci tocca leggere le dichiarazioni dei ricchi americani, come il miliardario Warren Buffet che ha detto: "La lotta di classe esiste da venti anni e l'abbiamo vinta noi ricchi".

Ed è così: nel 1992 i 400 uomini più ricchi degli USA guadagnavano in media 40 milioni pro capite, oggi oltre 200 milioni e hanno subito anche una riduzione della tassazione dal 29 al 21%. Mentre 48 milioni di persone, pari al 15% del totale, sono diventati poveri: se non è lotta di classe questa... Bisogna darsi una mossa: i teorici del liberismo ci hanno spiegato che la differenza fra destra e sinistra non esiste e che la lotta di classe non c'è, mentre è stata fatta in modo silenzioso.

Si pensi a JP Morgan che mette in guardia dal fatto che le "Costituzioni del sud Europa nate dai movimenti di liberazione antifascisti sono infarcite di idee socialiste". Questo è il quadro nel quale ci muoviamo oggi".

Le proposte di Damiano su lavoro e pensioni

Damiano è poi passato al dibattito attuale su lavoro e Pensioni: "Bisogna smettere di contrapporre giovani e anziani.

Lo slogan deve essere 'Lavoro ai giovani e pensioni agli anziani'. Se lavoriamo fino a 70 come fanno i giovani a entrare nel mercato del lavoro? Forse per 10 nuovi pensionati si creeranno 2 posti di lavoro, ma se in pensione non va nessuno allora non ci sarà nessun turn over e i nostri ragazzi dovranno cercare lavoro ancora per molto. Fare una battaglia per la flessibilità non è quindi in favore degli anziani, ma anche per i giovani e per la tenuta generale del nostro sistema previdenziale. Va bene incentivare l'assunzione dei giovani, ma non va seguito il modello Jobs Act che non ha funzionato: gli incentivi devono essere strutturali e non a termine, servono segnali di lungo periodo. Dobbiamo preoccuparci del fatto che i giovani oggi, fra precarietà, voucher e lavoro nero, non hanno una carriera continuativa che garantisca loro una pensione dignitosa.

Come aiutarli? Se poniamo che una pensione dignitosa sia pari a 1000 euro e uno non ci arriva coi propri contributi, occorre aggiungere un assegno sociale e un'integrazione per farli arrivare a quell'obiettivo di dignità. Questa deve essere una nostra battaglia".

'Basta opposti estremismi: creiamo ponti fra il PD e chi sta fuori per un centrosinistra di Governo'

Sul piano più strettamente politico Damiano, ha detto: "Dispiace che Pisapia non sia potuto venire a questo incontro perché se vogliamo costruire l'unità dobbiamo stare insieme, qui Giuliano avrebbe trovato una comunità accogliente che lo avrebbe ascoltato. Sul centrosinistra sapete come la penso: io sono contro gli opposti estremismi che ci sono in politica, ad esempio di chi dentro al PD dice 'Mai con Bersani' e di chi da fuori dice 'Mai con Renzi'.

Se andiamo avanti così arriveremo all'annullamento reciproco e consegneremo il paese alla destar e ai populismi. Noi dobbiamo invece indicare un'altra strada, ovvero un processo unitario per un centrosinistra di Governo che porti avanti i valori della sinistra. Ricostruire un campo di centrosinistra non lo si può fare senza il Partito Democratico, ma se Renzi pensa di andare da solo saremo sconfitti. Dobbiamo gettare dei ponti e delle strade di comunicazione fra chi sta fuori e chi sta dentro al PD".