Arriva il domicilio digitale confermato dal primo via libera dal Consiglio dei ministri. Si tratta di una modifica al Codice dell'amministrazione digitale introdotto di recente dalla riforma Madia. Il nuovo decreto legislativo, farà risparmiare agli enti locali circa 250 milioni l’anno grazie all’azzeramento delle spese postali e a tutto l'iter burocratico attualmente utilizzato. La digitalizzazione del domicilio, potrà coincidere con il proprio indirizzo di posta certificata (Pec) o con altro servizio di recapito digitale elettronico che risulti conforme alle norme europee previste e potrà essere attivato per ricevere documenti, notifiche, raccomandate e multe.

Domicilio digitale: da quando entrerà in vigore

Si tratterà, in pratica, di un elenco dei domicili digitali dei cittadini privati in un formato accessibile e consultabile da tutti liberamente. Le imprese e i professionisti, hanno già da tempo un indirizzo digitale (Indicepa e Ini-pec), ma tra poco anche i cittadini privati potranno renderla attiva per poter ricevere documenti e notifiche di qualsiasi tipo. La conseguente raccolta dei domicili digitali potrà avvenire, secondo il programma previsto dal decreto, attraverso tre diversi canali: uno specifico portale web, il trasferimento nel registro generale degli indirizzi digitali e infine la dichiarazione sui portali dedicati ai cittadini del proprio domicilio digitale.

Il nuovo sistema digitale dovrebbe partire entro l'anno in due distinte fasi. Per quanto riguarda la prima, prevederà la realizzazione del vero e proprio portale in rete con i relativi servizi Spid e Cns di consultazione. Ma il vero e proprio sistema si prevede andrà in funzione nel 2019 con la piena funzionalità di tutte le fasi ad esso collegate.

Lecito sperare che nella fase di realizzazione vengano previsti indispensabili e sicuri filtri per impedire che vengano carpiti, da aziende interessate a fini pubblicitari, i dati di milioni di cittadini.

Sistema digitale pubblico: 250 milioni di risparmio ogni anno

Eliminando i costi per trasmettere, produrre e conservare, documenti cartacei si è calcolato un possibile risparmio di 250milioni per le casse dello Stato.

Il nuovo sistema digitale pubblico risulterebbe, nei confronti degli altri paesi dell'Unione Europea in notevole ritardo. Bruxelles infatti, entro il 2019, vorrebbe un veloce adeguamento e allineamento dell’Italia in questo ambito. Nasce da qui l' accelerazione del decreto inserito nel primo Consiglio dei ministri, al rientro dalle vacanze, che servirebbe per dare un concreto segnale di avvio da parte dell'Italia.