L’attesa è finita, il nostro Governo ha varato ufficialmente la Legge di Bilancio, l’atto più importante dell’Esecutivo, con cui si tracciano le politiche economiche e finanziarie dell’anno successivo. Naturalmente siamo davanti al primo step di un atto che occuperà il lavoro delle Camere fino a fine anno. Infatti adesso come di consueto, alla Camera dei Deputati ed al Senato ci sarà spazio per gli emendamenti, le proposte correttive che tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e minoranza potranno presentare. Vediamo in sintesi cosa c’è nella manovra finanziaria, cioè tutti i provvedimenti che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2018, dopo l’emanazione di ogni singolo decreto attuativo.

Una manovra da 20 miliardi

Una cosa che ha eroderà gran parte delle risorse messe in Legge di Stabilità è la consueta detonazione dell’aumento dell’Iva. Si tratta delle clausole di salvaguardia che insieme all’Imposta sul Valore Aggiunto minacciavano di far aumentare le accise. Ogni anno questo rischio viene detonato dal Governo spostandole all’anno successivo. Una specie di “spada di Damocle” annuale che serve per tenere buona la UE con i suoi diktat su austerità e rientro del debito pubblico. Il Ministro dell’Economia Padoan, qualche giorno fa era riuscito a strappare a Bruxelles un po’ di flessibilità sui conti pubblici, proprio in previsione della Legge di Bilancio, tanto per avere più margine di manovra.

La Legge di Bilancio per il 2018 è stata licenziata sulla base di 20 miliardi di euro. Questa la dotazione dell’atto che va a delineare il profilo economico finanziario del nostro paese.

Lotta all’evasione ed Iva confermata

Pe4r adesso dunque niente aumento dell’Iva che resterà alle aliquote di questi ultimi anni. Per il Governo si tratta di un intervento da quasi 16 miliardi e si tratta dell’area di manovra finanziaria più onerosa.

La lotta all’evasione invece sta nel rendere obbligatori o quasi i POS, gli apparecchi che permettono di pagare tramite carte di credito e debito nei negozi all’ingrosso ed al dettaglio. Potrebbero entrare in scena multe da 30 euro per i negozianti che anche per cifre irrisorie non accettano pagamenti in moneta elettronica.

Adesso ci dovrebbero essere provvedimenti che entreranno in decreti collegati alla manovra, che permetteranno anche a piccoli bottegai, tabaccai e così via, di munirsi dello strumento e di accettare i pagamenti senza esserne troppo penalizzati.

Lavoro e disoccupazione

Un provvedimento di sicuro interesse è senza ombra di dubbio l’allungamento di un anno per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria. Nel piatto 100 milioni a questo scopo, con l’inserimento nel panorama normativo di politiche attive che riescano a ricollocare lavorativamente i percettori di questo ammortizzatore sociale. Sempre in argomento lavoro, prevista la decontribuzione del 50% per aziende che assumano i giovani.

Naturalmente si tratta di assunzioni a tempo indeterminato e per giovani fino a 35 anni non compiuti. La decontribuzione dovrebbe essere totale per le aree svantaggiate come quelle terremotate o del Mezzogiorno. La dotazione prevista è di 338 milioni e si prevede di farla salire negli anni successivi. Scenderà invece l’età massima per i giovani neo assunti che dal 2019 si dovrebbe stabilizzare sui 29 anni non compiuti. Dopo il piano di assunzioni dei precari della scuola dell’anno scorso o quello più recente che riguarda la stabilizzazione di personale delle amministrazioni centrali e delle Forze dell’Ordine, in manovra spunta il piano di stabilizzazione degli assegnisti di ricerca. Il reddito di inclusione sociale, già ufficializzato da decreto del Cdm di qualche mese fa, con le domande che partiranno il 1° dicembre, riceve un extra gettito in manovra di 600 milioni.

Adesso bisognerà capire se si estenderanno le platee dei beneficiari inizialmente previste oppure se si aumenteranno gli importi che per singoli over 55, per i quali verrebbero erogati 180 euro al mese, appaiono irrisori.