In Italia, come nel resto del mondo, sono tantissime le persone che soffrono di cervicalgia o artrosi cervicale. In particolare, l'artrosi cervicale è una malattia degenerativa della rachide cervicale che, di solito, inizia a manifestarsi tra i 50 e i 60 anni d'età. Ma, visto che i fattori scatenanti sono molteplici, per citare solo i più frequenti essa può derivare da stress, precedenti ernie o da una errata postura lavorativa davanti al computer o ancora da svariati tipi di traumi, la nostra legislazione prevede diverse agevolazioni e diritti per chi soffre, sia in maniera lieve che acuta, di questa particolare patologia.

Vediamo, quindi, di capire quali sono queste agevolazioni, anche di carattere fiscale e se, sopratutto, rientriamo nelle categorie che ne possono beneficiare.

Riconoscimento di invalidità

Nel momento in cui la patologia raggiunge un certo grado di intensità si potrebbe avere diritto a vedersi riconosciuto un certo grado di invalidità. Per essere dichiarati ufficialmente invalidi civili occorre dimostrate che la patologia dalla quale siamo affetti, in questo caso l'artrosi cervicale, sia tale da compromettere la nostra normale capacità lavorativa. Per far questo è necessario sottoporsi all'esame di una Commissione medica la quale valuterà il nostro stato e ci assegnerà un punteggio che poi verrà convertito in una percentuale di invalidità.

Ma non è tutto, per poter avere diritto all'assegno questa percentuale deve essere superiore o almeno uguale al 74% e ci si deve trovare in un effettivo stato di bisogno economico. Con il solo requisito della percentuale di invalidità, infatti, si può richiedere esclusivamente l'indennità di accompagnamento.

Le possibili detrazioni fiscali

Più corposo e accessibile il capitolo relativo alle detrazioni fiscali a favore dei malati di cervicale. Innanzitutto, diciamo che, per quanto riguarda l'acquisto di tutti i tipi di medicinali acquistati, per il solo fatto di soffrire di cervicale, si ha diritto ad una detrazione del 19%. Però solo per spese superiori ai 130 euro circa l'anno.

Sotto questa soglia la spesa è totalmente a carico del paziente. Ci troviamo di fronte, quindi, ad una franchigia.

Per chiarire, sull'ammontare annuo delle spese mediche sostenute dobbiamo sottrarre l'importo di 129,11 euro, cioè la franchigia di cui dicevamo poco sopra, e sul risultato così ottenuto calcolare il 19%. Ciò che otteniamo è l'ammontare da detrarre dalla nostra dichiarazione dei redditi. Ovviamente, per una spesa annua pari o inferiore al valore della franchigia non si avrà diritto ad alcuna detrazione fiscale. Quanto detto è valido anche per le spese sostenute per terapie riabilitative, come la fisioterapia o la ginnastica posturale. Ed anche per l'acquisto di dispositivi medico - sanitari utili come, ad esempio, un materasso ortopedico.

I diritti dei lavoratori affetti da cervicalgia

Chi soffre di dolori cervicali ha diritto, innanzitutto, di ottenere dei giorni di malattia retribuiti. Ovviamente, occorre seguire la normale procedura e farsi rilasciare un certificato dal proprio medico di base che provvederà anche a trasmettere il tutto all'INPS. Questo per i controlli da effettuare tramite le visite fiscali. Ovviamente, i giorni di malattia sono decisi dal medico ma non possono mai superare il tetto massimo stabilito nel proprio contratto collettivo nazionale. Pena il licenziamento.