Lo Svimez (Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno), ente privato senza fini di lucro nato il 2 dicembre del 1946 con l'obiettivo di studiare l'economia del Mezzogiorno per proporre alle Istituzioni centrali e locali concreti programmi di sviluppo per le regioni meridionali, ha pubblicato le anticipazioni sul rapporto 2017 relativo ai dati sullo sviluppo dell'economia industriale nel Sud Italia. I dati a disposizione confermano che si consolida la crescita del Sud avviata nel 2016 anche se, con gli attuali ritmi, esso recupererà i livelli pre-crisi 2008 con dieci anni di ritardo rispetto al Centro-Nord.

Cosa dicono i dati

Dati confortanti provengono dall'industria manifatturiera meridionale che, secondo il rapporto, cresce in una misura pari al 7%, nel biennio 2016/2017, più del doppio rispetto al resto del Paese che si arresta intorno al 3%, complici le positive politiche di sviluppo territoriale. Ottimo anche il livello e le performance delle esportazioni.

Nulla di nuovo, invece, per le difficoltà in capo alle imprese del Sud di accedere agli strumenti di politica industriale attive a livello nazionale che confermano l'importanza, per l'intero sviluppo economico del Paese, di attivare politiche meridionaliste, vista la stretta integrazione economica tra Nord e Sud.

Quali sono le previsioni per il futuro?

Le previsioni per il 2017/2018, basandosi sui tassi di crescita del Sud che risultano essere di poco inferiori rispetto a quelli del Centro-Nord, confermano la capacità del Mezzogiorno di "agganciare" la ripresa anche se restano le difficoltà dovute al tasso di disoccupazione che resta ancora il più basso d'Europa (35% inferiore alla media UE).

Certo le politiche dell'austerità non aiutano la ripresa dei consumi e dell'economia del Sud Italia, ma un attento uso dei fondi strutturali e le politiche che il Governo ha avviato nell'ultimo biennio (le ZES e la clausola del 34% sugli investimenti ordinari) potrebbero aiutare a dare un ulteriore slancio. Come sottolinea più volte il rapporto, il Sud avrebbe bisogno anche di investimenti e strategie di più largo respiro che non possono ridursi ai soli bonus fiscali.

Purtroppo il Sud non fa più notizia. La divulgazione dei dati che fotografano lo stato di salute del Mezzogiorno, non occupa più le prime pagine dei giornali, come accadeva in passato. Ci auspichiamo che di Mezzogiorno si ritorni a parlare in maniera seria ed esaustiva.