Nel classico atto collegato alla Legge di Bilancio, cioè il Decreto Fiscale, ricompare una sanatoria delle cartelle esattoriali e delle multe del codice della strada. Viene ribattezzata rottamazione bis perché di fatto segue la stessa strada di quella nata nella scorsa manovra finanziaria. Un modo ormai classico che il Governo utilizza per fare cassa ogni anno, auspicando che la gran parte di quanti hanno debiti con Equitalia e simili inizino a saldarli grazie agli sconti offerti in sanatoria. Rispetto al testo inizialmente previsto per la nuova rottamazione, si ampliano le platee degli aventi diritto e dei debiti da poter inserire in sanatoria.

Ecco cosa si può fare e come per quella che risulta essere l’ennesima possibilità offerta a contribuenti in debito o morosi.

Come funziona il meccanismo

A furia di prevedere questa specie di condono anno per anno ad ogni manovra finanziaria, il meccanismo sta diventando comune a tutti. Nell’edizione di ieri del quotidiano “La Stampa” di Torino, edizione on line, si parla di rottamazione delle cartelle e del fatto che la stessa sia stata da poco estesa ed allargata. Cittadini con il bollo non pagato e che nel tempo ha triplicato il suo importo, o contribuenti che hanno cartelle per i più svariati debiti fiscali e non diventati “ruolo” e multe del codice della strada non pagate e adesso aumentate di importo possono essere sanate risparmiando.

Il debito dovuto, se si aderisce alla sanatoria, si riduce cancellando le voci interessi di mora e sanzioni. Voci che per quanto riguarda gli importi che i contribuenti devono saldare, a volte impattano sul dovuto in misura superiore al 300%. Per un bollo auto non pagato e finito nelle grinfie di Equitalia, l’importo originario a volte viene triplicato.

Con l’adesione alla sanatoria il debito torna a quello iniziale, cioè il tributo evaso al quale si aggiungono solo gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo e le spese di riscossione. Un risparmio considerevole identico a quello dello scorso anno e riofferto ai contribuenti. Infatti le maglie allargate di questa rottamazione consentiranno a quanti non hanno colto l’occasione lo scorso anno o che nonostante abbiano aderito, sono tornati ad essere in ritardo con i pagamenti, di risanare la situazione.

Come fare?

La domanda potrà essere effettuata entro il prossimo 15 maggio e chi aderisce congelerà fino alla risposta dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, qualsiasi azione già avviata, anche legale. In pratica più tempo per definire situazioni che ormai erano prossime al passaggio ultimo e definitivo, cioè i classici pignoramenti, fermo amministrativo e così via. Il provvedimento che per quanto riguarda la scadenza posticipata dal 31 dicembre al 15 maggio deve ancora ricevere il via libera dal Senato, serve al Governo per fare cassa e per questo i debiti sanabili sono stati estesi anche al 2017. In parole povere sarà possibile rottamare le cartelle dal 2000 fino al 2017 e per facilitare il compito dei contribuenti si è pensato bene di avviare una procedura telematica tale da consentire a tutti di poter presentare istanza immediatamente e, soprattutto, senza rivolgersi a tecnici.

Un fai da te on line disponibile da subito sul sito agenziaentrateriscossione.gov.it dove vanno riportate tutte le cartelle che si desidera rottamare e dove va scelta la tipologia di pagamento opzionale, la soluzione unica o il rateale. Per quest’ultimo le rate massime concedibili saranno 5 con l’ultima in scadenza a febbraio 2019.