Visto l'enorme successo registrato dai Bitcoin, il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) ha deciso di fare maggiore chiarezza sulla criptovaluta, dato che la sua natura non le consente di essere tracciabile. Per questo motivo, sarebbero due i capi di imputazione che devono essere verificati: da un lato si ha la possibilità di utilizzo a scopi illeciti, mentre dall'altro c'è la mancata considerazione del consumatore in quanto soggetto da tutelare. Così, ha chiesto a 104 procure del territorio italiano di fare il punto della situazione, cercando eventuali falle nell'utilizzo.

Codacons denuncia per truffa Bitcoin

Risale a circa due settimane fa la notizia riguardante la quotazione del Bitcoin, che aveva superato cifre da record: 11.700$ è stato il picco più alto raggiunto il 4 dicembre, ma tale importo ha tutti i presupposti per aumentare ulteriormente. La quotazione ha fatto interessare moltissimi soggetti alla criptovaluta, aumentandone l'utilizzo in maniera esponenziale. Questo fenomeno nasconde però delle insidie, che sono state individuate dal Codacons, al fine di proteggere al meglio i consumatori da una moneta virtuale che, in realtà, non offre alcuna forma di tutela. Nello specifico, l'istituto ha inoltrato a 104 procure italiane un esposto per truffa riguardante il Bitcoin, con l'obiettivo di vederci più chiaro.

L'idea di base è che la criptovaluta nasconda in sé degli scopi illeciti, come ad esempio il riciclaggio.

104 procure indagano su Bitcoin: la denuncia

Nella denuncia che il Codacons ha presentato nei confronti di Bitcoin si legge che nelle ultime notizie riguardanti la criptovaluta e, nello specifico la sua quotazione, si parla sempre di valori molto alti e che sono tendenti al rialzo continuo.

Al contrario non si menziona la possibilità che la quotazione del Bitcoin possa crollare vertiginosamente, cosa accaduta nel 2014, anno in cui dai mille dollari scese fino ai 200 nel giro di poco. Per questo motivo, i consumatori che provano ad investire, cercando di determinare il prezzo di mercato, incorrono in un grande rischio, primo fra tutti il fatto che non trova garanzia nel gettito fiscale, nell'oro e neppure dai diritti sui beni.

Tutto ciò può essere a vantaggio della criminalità, la quale può utilizzare la criptovaluta per compiere azioni illecite come quella del riciclaggio. Così, il Codacons ha chiesto a 104 procure di verificare i soggetti che hanno emesso i Bitcoin e tutti i siti che propongono di guadagnare grandi cifre con tools e trucchi.