I senatori pentastellati Andrea Cioffi, Marco Scibona e Alfonso Ciampolillo hanno presentato all'Anac, l'autorità anti - corruzione, un esposto nel quale si ipotizza un indebito arricchimento da parte della società concessionaria delle Autostrade, che fa capo alla famiglia Benetton. Questo potrebbe avere conseguenze dirette sulle tasche degli italiani, costringendoli a sborsare qualcosa come due miliardi di euro in più, a causa di un aumento dei pedaggi autostradali generalizzato. Vediamo di capire su quale base è stato presentato l'esposto all'autorità guidata da Raffaele Cantone.

L'esposto M5S

Come accennavamo l'esposto pentastellato mette in evidenza come gli italiani si potrebbero trovare a dover pagare pedaggi autostradali molto più salati e questo, fondamentalmente, per tre ragioni fondamentali, messe in evidenza nell'esposto. Il documento, datato 21 novembre 2017, collega i prossimi aumenti tariffari in primo luogo le previsioni di spesa per l'ammodernamento della rete autostradale che dovrebbero subire un deciso aumento. Questi, secondo i calcoli effettuati dai senatori pentastellati, dovrebbero incidere per un 10% in più a causa di un eccessivo ribasso della base d'asta. In termini assoluti stiamo parlando di circa un miliardo di euro.

La seconda voce che inciderebbe sui rincari autostradali prossimi venturi riguarda gli accantonamenti necessari per il cosiddetto Fondo accordi bonari.

Tale fondo serve a tenere indenne la concessionaria da eventuali "imprevisti" che potrebbero verificarsi. Anche qui, in termini assoluti si tratterebbe di sovra - costi per circa 830 milioni di euro. C'è da aggiungere, poi, che tali capitoli di spesa sono stati aggiunti in quanto, di fatto, non esistono nell'atto di concessione sottoscritto tra lo Stato e la Autostrade Spa

Infine, ad incidere sugli aumenti dei pedaggi autostradali sarebbe anche la crescita della voce spese generali che Autostrade SpA stessa quantifica in circa il 9% degli investimenti, quando secondo i calcoli effettuati dai tre senatori dovrebbe essere non più del 3%.

Le conseguenze future

I calcoli presentati nell'esposto pentastellato si basano sul mantenimento dello status quo. Infatti, fino ad oggi, secondo i tre senatori M5S, le convenzioni della concessione sono state prorogate senza soluzione di continuità alla Società Autostrade senza nessun tipo di gara pubblica. Infatti, anche ora il Governo si appresta a rinnovare la concessione ad Autostrade SpA, attualmente in vigore dal 2013 e fino a tutto il 2038, fino al 2042.

A fronte di questo ulteriore allungamento la concessionaria si impegna ad effettuare ulteriori investimenti su una rete autostradale di quasi 2900 chilometri. Ma, come abbiamo visto, a pagare una buona parte di questi investimenti sarebbero proprio gli automobilisti. Dai calcoli effettuati dai tre senatori su quasi 17 miliardi di euro di investimenti gli italiani potrebbero trovarsi a contribuire per quasi 4 miliardi. Questo, ovviamente, nel periodo concessorio cioè dal passato 2013 fino al 2042.

Ciò che, quindi, l'esposto dei senatori pentastellati chiede all'Anac è di verificare se i tassi di rendimento degli investimenti siano corretti e non elaborati per subordinare l'interesse legittimo pubblico al mero interesse privato. E, se così fosse, si chiede di avviare il procedimento per ritirare la concessione ad Autostrade SpA.