Il made in padova a gonfie vele grazie alle esportazioni, l’export infatti si posiziona nel mese di settembre 2017 già oltre i 7,1 miliardi di euro che significa ben un 4,3% rispetto alla chiusura dell’ano precedente, una conferma della crescita già avvenuta a settembre 2016 che in percentuale era superiore ovvero al 5,3% rappresentando un ottima prestazione. A livello regionale Padova sul totale dell’export veneto si attesta al 15,6% (su un totale di 45,4 miliardi in regione) dato pressoché analogo all’anno precedente. Considerando le prime 20 province italiane per entità assoluta dell’export, la provincia di Padova si colloca al 13° posto (con il 2,1% su un totale nazionale di 330,7 miliardi di euro) recuperando una posizione rispetto allo stesso periodo del 2016.I dati forniti dall’Ufficio Studi e Statistica della CCIA di Padova sulla base dei dati Istat considerano i principali aggregati in ordine di importanza in termini di valore assoluto dell’export, i prodotti meccanici (40,5% del totale dell’export provinciale) segnano un andamento positivo (+3,3%), ma anche in questo caso inferiore rispetto allo stesso periodo del 2016.

Tra gli aggregati principali della meccanica il risultato positivo riflette la dinamica favorevole delle vendite all’estero dei macchinari per impieghi speciali (+3,5%) e generali (+8%), oltre alle apparecchiature per cablaggio (+17,5%) e apparecchiature elettriche (+31,9%), mentre diminuisce invece l’export dei macchinari per l’agricoltura (-3,7%) e dei motori (-1,4%). Più significativa risulta la crescita delle altre produzioni metalmeccaniche (13% del totale) che conseguono un aumento del +10,6%, effetto principalmente dell’ aumento dell’export dei prodotti siderurgici (+23,9%). Per il sistema moda (10% del totale) si accentua la flessione (-4,7%) come effetto della diminuzione delle voci principali di questo aggregato, articoli di abbigliamento (-14,7%), calzature (-2,6%) e cuoio-pelli (-4,9%), anche se si riscontra ancora aumento dell’export dei prodotti tessili (+7%).

Per l’agroalimentare (7,3% del totale) il risultato nell’insieme positivo (+6,4% ma contro il +12,5% del 2016) riflette l’aumento dell’export dei prodotti agricoli (+9,2%) e in misura più contenuta di quelli alimentari (+5,5%).

Tra le altre voci, per l’aggregato comprendente strumenti medicali e occhialeria (7,9% del totale) l’aumento e’ particolarmente consistente (+18,3% che migliora quindi il +10,8% del 2016).

L’ Europa rimane la prima destinazione (70,9% del totale dell’export provinciale) con una crescita del +4,4% che migliora il +3,7% del 2016. Tra le principali destinazioni europee, aumenta l’export verso la Germania (+4,8%) mentre si riduce in parte verso la Francia (-0,7%), destinazioni che rimangono entrambe ai primi due posti sul totale dell’export provinciale.

Tra gli altri mercati europei gli aumenti maggiori riguardano l’export diretto verso Polonia, Svizzera, Regno Unito e Austria. Per gli altri due principali continenti, la tendenza e’ positiva per l’Asia (+8,1%) grazie agli aumenti dell’export verso Corea del Sud, Giappone e Hong-Kong che compensano quindi la diminuzione per la Cina (-1,1%) che comunque rimane la prima destinazione in Asia con quota del 14,3% sul totale dell’export provinciale verso questo continente.

Per i mercati delle Americhe, gli USA (destinazione principale verso cui e’ indirizzato il 62,3% del totale dell’export verso questi mercati) registrano una flessione (-7,5% contro il +16,6% del 2016) che quindi condiziona il risultato complessivo delle vendite verso questo continente, a cui si aggiunge anche il risultato negativo del Messico (-2%), seconda destinazione, pur con una ripresa per gli altri 4 principali mercati americani (Canada, Brasile, Argentina e Cile).

Per gli altri due continenti che incidono in misura inferiore sul totale dell’export provinciale (Africa, 4,4% e Oceania, 1,3%) si rileva: - una ripresa dei mercati africani (+8,2% contro il -4,9% del 2016) determinata dall’aumento delle vendite dirette verso Algeria, Egitto e Marocco. Nell’insieme le destinazioni al di fuori dell’area U.E, segnano un aumento del +5,2%, con un ridimensionamento tuttavia rispetto al +10% dello stesso periodo del 2016.

Considerando i dati delle principali voci merceologiche gli aumenti maggiori dell’export riguardano:

- per la meccanica: Polonia, Russia

- per il sistema moda: Hong Kong, Romania

- per l’agroalimentare: Croazia, Francia

- per la gomma-plastica: Belgio, Regno Unito

- per il mobile: Austria, Paesi Bassi

- per gli strumenti medicali e l’occhialeria: Cina, Corea del Sud