L'obiettivo dell'ultima Manovra del Pd è stato quello di contrastare il fenomeno piuttosto diffuso riguardante il mondo del lavoro e, nello specifico, gli stipendi. Molte volte, infatti, i datori di lavoro iscrivono all'interno della busta paga importi che poi nel concreto non vengo versati al dipendente, col fine di bypassare gli adempimenti che ne possono derivare. Per questo motivo, anche la commissione del Lavoro della Camera si è mostrata favorevole alla proposta del PD avente come oggetto la modifica delle modalità di corresponsione della retribuzione al lavoratore.

Ciò comporterebbe dunque una tracciabilità ben maggiore, il che potrebbe porre un punto definitivo alla questione delle false buste paga.

Manovra del Pd sugli stipendi

La commissione del Lavoro della Camera ha espresso il suo consenso per quel che concerne i due emendamenti facenti parte della manovra che intaccherà il mondo del lavoro. Uno di questi riguarda nello specifico la modalità di corresponsione degli stipendi spettanti ai lavoratori subordinati, al fine di evitare che il fenomeno delle false buste paga possa ancora essere presente danneggiando sia lo Stato che i dipendenti stessi. Nello specifico, il Pd ha richiesto che vengano eliminati dal range dei mezzi di pagamento tutte quelle modalità non tracciabili, come ad esempio la semplice consegna a mano dei contanti.

Via libera, invece, ai bonifici bancari, agli assegni e ai prelievi di denaro presso sportelli bancari e postali.

Stop agli stipendi in contanti: la sanzione

Una volta che l'emendamento proposto dal Pd verrà approvato dalla commissione del Bilancio, gli stipendi dei lavoratori non potranno più essere corrisposti in contanti. La manovra, infatti, prevede una pensante sanzione che ammonta a 5 mila euro per quei datori di lavoro che continueranno ad utilizzare forme di corresponsione delle mensilità che non sono tracciabili.

Una somma sanzionatrice così elevata ha come obiettivo un effetto deterrente per tutti quei comportamenti scorretti operati dal datore di lavoro nei confronti non solo dello Stato e della legge, bensì anche del dipendente stesso. Sono molte, infatti, le problematiche risentite dai lavorati legate alla discordanza tra quando indicato all'interno della busta paga e quanto, invece, viene effettivamente percepito: basti pensare, ad esempio, ad un prospetto paga che riporta una mensilità ben più bassa rispetto a quella corrisposta, che potrebbe dunque creare degli ostacoli per l'accettazione di un mutuo o di un prestito.