Dopo diversi anni le Pensioni in essere, quelle che gli italiani percepiranno a partire dal prossimo gennaio tornano a salire. Si tratta dei classici aumenti previsti per la sopraggiunta inflazione. L’Istat certifica annualmente l’aumento dei prezzi medi dei prodotti di consumo e pertanto come per gli stipendi dei lavoratori, anche le pensioni cercano di adeguarsi di importo per non perdere potere di acquisto. Stando a quanto riportano i media, come il quotidiano “Il Corriere della Sera” i pensionati riceveranno in media 250 euro in più grazie al meccanismo della perequazione automatica.

Non tutti però perché proprio il quotidiano sottolinea come su molte pensioni il blocco della perequazione varrà anche l’anno venturo. Ecco nel dettaglio cosa succederà alle pensioni dal punto di vista degli importi in pagamento l’anno venturo.

I calcoli

Nessun aumento come dicevamo per alcune pensioni, a partire da quelle che superano l’importo di 3.012 euro lorde per mese. In pratica nessuno scatto per pensionati con assegni pari o superiori a 2.100 euro al mese circa. Per quelle più basse invece, aumento previsto dell’1,1%. Il meccanismo perequativo e soprattutto automatico ha iniziato a sortire effetto nel 2001 e varia a seconda delle fasce di importo delle pensioni. gli aumenti previsti sono pari al 100% del tasso di inflazione solo alle pensioni fino a tre volte il trattamento minimo dell’Inps che nel 2018 sarà portato a 507,41 euro.

per quelle superiori alle tre volte questo trattamento e fino a 5 volte l’aumento sarà del 90% sempre del tasso di inflazione mentre scende al 75% per quelle più alte. Per il 2018 si tratta di un ritorno agli aumenti perché questo non si verificava da tempo. Negli ultimi anni solo il 2014 fece registrare aumenti dell’1,2% mentre per il 2012 e 2013 il blocco della perequazione voluto dal Governo Monti e dalla Legge Fornero lasciò la perequazione solo alle pensioni fino a tre volte il trattamento minimo e niente a quelle superiori.

A questo si deve aggiungere l’inflazione a zero del 2016 e 2017 che non consentì aumenti, mentre nel 2015 le pensioni furono aumentate in previsione di aumenti del costo della vita che poi vennero disattesi causando un debito da parte di ogni singolo pensionato che ha fruito del surplus non spettante. Proprio questo debito intorno all’1% da parte die pensionati dovrebbe essere saldato proprio nel 2018, dopo che il Governo lo scorso anno scelse di congelare le trattenute relative per il 2017.

In pratica, all’aumento dell’1,1% previsto ci sarebbe da togliere quanto percepito in più nel 2015.

Le cifre

Detto della nuova soglia del trattamento minimo, nel 2018 saliranno anche assegno sociale e pensione sociale. Per la prima misura si passa da 448 a 453 euro mentre per la pensione sociale si passa a 373 euro al mese. Per gli aumenti perequativi invece, nel dettaglio a chi prende 1.000 euro lordi al mese, ci saranno 11 euro in più, mentre a pensionati con 1.600 euro di rateo, 16,72 euro aggiuntivi. Per quelle più alte, da 2.100 euro al mese si avranno 17,33 euro. Piccole cifre dunque tra le 72 e le 260 euro all’anno in più (comprese le tredicesime). Per il capitolo arretrati da restituire all’Inps invece, si ipotizzano trattenute in 4 rate a risolvere la questione che prima il Decreto Milleproroghe nel 2016 e poi la penultima Legge di Bilancio del 2017 ha destinato al 2018.