L'incredibile vicenda del Bitcoin regala un nuovo colpo di scena. Questa volta non si tratta solo delle mirabolanti performance al rialzo registrate dalla criptovaluta, ma di una storia che merita di essere raccontata e che ha avuto origine circa cinque anni fa, legata alla creazione di uno dei più noti social network del mondo. Stiamo parlando di Facebook e della causa che i gemelli Tyler e Cameron Winklevoss intentarono a Mark Zuckerberg per la paternità del sito. Ma procediamo con ordine e vediamo insieme in che modo un insolito e inaspettato intreccio di eventi ha portato questi tre ragazzi ad essere tra gli uomini più ricchi del mondo.

La causa vinta con Facebook ed il risarcimento da 65 milioni di euro

Partiamo da quella che fino a qualche anno fa sembrava la conclusione della vicenda e non certo il presupposto per la nascita di due nuovi miliardi. Nel 2013 arriva infatti a conclusione la causa intentata dai gemelli Winklevoss a Mark Zuckerberg, accusato di aver rubato loro l'idea di Facebook durante gli studi all'Harvard University. La questione si concluse con un accordo tra le parti che vedeva i due fratelli percepire 65 milioni di dollari come compensazione per le loro richieste ed a chiusura di ogni possibile futura rivendicazione.

L'investimento in bitcoin ed il nuovo patrimonio miliardario

La vicenda potrebbe quindi apparire conclusa, ma l'ennesimo colpo di scena risale a ieri e si collega alla crescita esponenziale del bitcoin.

Nel 2013 i gemelli Winklevoss (oggi trentaseienni) hanno infatti deciso di investire una parte cospicua del capitale ottenuto tramite il ricorso alle vie legali in criptovaluta. Ne acquistarono per un controvalore di ben 11 milioni di dollari, diventando possessori dell'1% di tutti i bitcoin in circolazione. Da allora la valuta digitale ha conosciuto un crescita del 10000%, fatto che al giorno d'oggi ha trasformato i due fratelli in miliardari: un privilegio che spetta a pochissime persone in tutto il mondo.

La rivincita contro Zuckerberg, ma Facebook resta irraggiungibile

Quella dei fratelli Winklevoss appare quindi una storia dal sapore della rivincita e non fa che sottolineare come il destino possa essere, a volte, non solo imprevedibile, ma anche dotato di una buona dose d'ironia. Senza il risarcimento in arrivo da Zuckerberg, i due gemelli non sarebbero mai divenuti miliardari.

Ma proprio il risarcimento e la chiusura definitiva della vertenza sembrava aver messo la parola fine sulla possibilità che questa evenienza potesse effettivamente verificarsi tramite la crescita del valore di Facebook. Di sicuro, resta la grande distanza che ancora separa il patrimonio del primo azionista del social network da quello dei due investitori di bitcoin. Il primo oggi supera infatti di circa 70 volte quanto posseduto dai secondi. Uno scenario che però non è ancora possibile dare per definitivo, sia perché la crescita del bitcoin potrebbe proseguire a tassi più elevati di quella registrata attualmente dal popolare social network, sia perché l'intuito dimostrato dai tutti e tre gli ex studenti di Harvard per gli investimenti nell'economia digitale potrebbe facilmente portare a nuovi colpi di scena.

Insomma, nonostante la storia appena raccontata sia degna di un copione cinematografico più che del mondo reale, appare ancora troppo presto per far scorrere sullo schermo i titoli di coda.

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