Le spese sui conti correnti aumentano sempre di più e in alcuni casi potrebbero arrivare alche al 40 per cento. In questi ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad un incremento, sempre maggiore, delle spese previste per i servizi bancari associate alla gestione dei nostri Conti correnti. Statisticamente, i maggiori aumenti, sono stati riscontrati in quest’ultimo anno e in particolar modo, nell'ultima fase del 2017, ma le previsioni riportano ulteriori aumenti, a danno dei clienti, anche per il prossimo anno.

Aumento delle spese dei conti bancari: le previsioni per il 2018

Secondo le associazioni dei consumatori, la previsione degli aumenti per i correntisti italiani, proseguirà con delle ennesime stangate anche per il 2018. Gli aumenti riguarderebbero soprattutto i conti bancari misti, quelli cioè che prevedono oltre i servizi allo sportello anche l’accesso al proprio conto online. Per questa tipologia di conto corrente, infatti, il rincaro avrebbe raggiunto, in alcuni casi, anche costi fino a 115 euro facendo registrare per gli utenti un aumento di oltre il 40 per cento. Per la tipologia tradizionale di conto, con operazioni esclusivamente allo sportello, gli aumenti annui del canone arriveranno a circa 27 euro.

Statisticamente i conti più convenienti sono sempre quelli online, dove i costi del canone e di tutte le operazioni come bonifici, prelievi allo sportello, assegni e costi delle carte di credito sono in media molto più bassi.

Perché i costi dei conti correnti sono aumentati

Il presidente Rienzi del Codacons (Associazioni per la difesa di consumatori), avrebbe provato a tracciare una possibile analisi della motivazione del notevole rincaro dei conti correnti.

Gli istituti di credito, secondo Rienzi, starebbero scaricando, in modo selvaggio, sui loro clienti, i costi delle loro crisi, aumentando, di conseguenza, i canoni annui di affiliazione e inserendo tasse che determinerebbero le conseguenti maggiorazioni sulle spese di gestione dei conti correnti. Quindi non solo i soldi tenuti in banca per i clienti non rendono più nulla, arrivando anche allo 0,1% lordo, ma porterebbero via molte più spese per la maggiorazione sempre più alta dei costi per i servizi bancari.

L’unico strumento che consente agli utenti di orientarsi ed avere una forma di comparazione tra le diverse banche per la gestione economica dei propri risparmi è l’ISC (Indicatore Sintetico di Costo) che consente di fissare le spese bancarie a seconda dei vari profili di utilizzo del cliente. L’ISC dovrebbe esser bene evidente su tutto il materiale informativo inerente ai costi di gestione e le diverse caratteristiche del conto corrente e risulta facilmente reperibile anche sui siti delle varie banche sul web.