La ditta ferrero, madre della tanto amata Nutella, ha confermato il suo prossimo acquisto, per una cifra astronomica in tutti i sensi. Già questa domenica si potrebbe dare inizio alle trattative; ciò a detta di una persona censurata dai media, in quanto tale informazione avrebbe dovuto restare segreta. L'accordo, che comprende i marchi Butterfinger e Baby Ruth, ha già suscitato non poco clamore.

L'obiettivo del colosso italiano

Ferrero, che da sempre si è mostrata non favorevole alle acquisizioni, sta espandendo il suo menù oltre alla diffusione della universalmente famosa Nutella, nonchè delle caramelle Tic Tac e dei cioccolatini Ferrero Rocher.

Per Nestlé, la più grande azienda alimentare del mondo, questo segna il primo importante investimento improduttivo dell'amministratore delegato Mark Schneider e un primo passo verso il "culto" del cioccolato.

Una domanda è d'obbligo, a questo punto: qual è l'oggetto di tanto desiderio da parte della Ferrero? Ebbene, sono rettangolari, ricoperti di cioccolato e comodi come merenda: stiamo parlando delle barrette Kit-Kat. Una prova apparentemente vincente dell'azienda italiana, quella di cercare di espandere il proprio catalogo in modo radicale, in modo simile allo storico accordo Ferrero-Kinder.

La mossa, considerata vincente, mostra come la ditta italiana stia cercando di espandersi verso il continente americano, da sempre in mano a industrie dolciarie del calibro di Mars Inc.

Nestlé, dal canto suo, ha accettato la proposta in vista di allargarsi verso altri mercati sempre più in crescita, quali il caffè e gli alimenti per animali domestici. Ciò a causa di una sempre più calante richiesta di dolci e zuccheri da parte del popolo americano. Ciò che l'azienda svizzera ha dato per certo è il desiderio di tenersi stretto il mercato dei piatti pronti, tra cui i gelati confezionati, i quali solo nel 2017 hanno prodotto il 40% del fatturato.

Una merendina da 3 miliardi di dollari

Avete letto bene: questa è la cifra da capogiro richiesta da Nestlé per dare via l'amato Kit-Kat, considerato uno status symbol pari appunto alla Nutella o alle Tic-Tac. Insieme ai rettangoli di cioccolato, la trattativa prevede in aggiunta la vendita delle barrette Butterfinger e Baby Ruth, ben meno conosciute a livello europeo, ma largamente apprezzate dagli Stati Uniti.

L'obiettivo pare chiaro: l'azienda Ferrero ha il serio obiettivo di salpare per il nuovo mondo, piazzando la sua bandiera sul mercato degli USA che, malgrado la richiesta sempre più scarsa, si piazza ancora oggi al terzo posto come nazione che consuma più zuccheri e calorie, subito dopo Cile e Messico.

La sfida pare sia stata lanciata indirettamente ad altri due giganti dell'industria dolciaria: Mondelēz International e Mars Inc, entrambe statunitensi e con un fatturato rispettivamente di 14 e 18 miliardi di dollari. Con i suoi 10 miliardi la Ferrero è già piazzata al terzo posto. Resterà da vedere se questa sfida a colpi di cioccolato porterà effettivamente l'azienda italiana a conquistare il continente a stelle e strisce.