L'Antitrust multa Whatsapp, la più famosa applicazione di messaggistica, con una cifra pari a 50 mila euro da versare. Il motivo è semplice: non ha informato correttamente i propri utenti che ogni giorno usano il servizio.

Infatti, l'accusa dell'Antitrust è quella di aver imposto dei termini contrattuali con gli utenti, senza spiegare che essi sarebbero stati vessatori. I termini del contratto, sono quelli che vengono accettati alla prima apertura di Whatsapp, dopo averlo installato sul proprio telefono.

La vessatorietà riguarda le clausole inserite nel contratto tra fornitore e consumatore che determinano a carico di quest'ultimo un decisivo squilibrio dei diritti e degli obblighi che derivano dalla stipula di tale contratto.

Nel caso di Whatsapp, una società che vale ben 19 miliardi di dollari, la multa emessa ha un valore pressoché simbolico, anche se è il massimo valore previsto dalla legge.

Whatsapp multata, i dettagli

In realtà, Whatsapp è stata avvertita già nel mese di maggio del 2017 con un'ordine di pubblicazione emesso dall' Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. All'epoca tale ordine, già aveva verificato le irregolarità dei termini del contratto, ma Whatsapp ha fatto passare sottogamba la situazione ignorandola letteralmente.

Il contratto presenta vessatorietà per quanto riguarda la modifica unilaterale da parte dell'azienda, quindi la possibilità di modificare i termini del contratto senza dover avvertire l'utente delle modifiche.

Inoltre, alcune irregolarità riguardano anche le limitazioni di responsabilità e le interruzioni del servizio senza dare motivazioni.

Dunque, a tal proposito, è stata accusata di non aver pubblicato sulle home del proprio sito web il documento e contemporaneamente di non aver inviato apposite notifiche via app ai singoli utenti con link in allegato che porta alla suddetta documentazione.

L'Autorità ha stabilito la massima pena poiché è a conoscenza della grandezza della società ed inoltre per punire l'affronto subito non ubbidendo a quanto è stato notificato nel mese di maggio dello scorso anno.

Dunque, come già detto, questi 50 mila euro sono una cifra simbolica, che paragonati ai diciannove milioni di valore dell'azienda, sono pressoché pochi spiccioli.

A questo punto, Whatsapp è obbligata a rispettare la nuova decisione e pagare quanto è stato detto, per non incorrere in ammende ancora maggiori e più gravi.