L'annuncio non arriva da un improvvisato profeta di sventura dell'ultima ora o da qualche analista finanziario alle prime armi ed in vena di facili catastrofismi, ma dallo Chief Investement Strategist della più grande società di gestione del risparmio al mondo, la Black Rock.

Richard Turnill è il Manager che ha fatto queste dichiarazioni basate su una dettagliata analisi dell'indice che misura il livello di preoccupazione dei mercati finanziari, in relazione all'evolversi degli avvenimenti sulla scena mondiale. Vediamo di descrivere, più accuratamente, cosa indicano i dati e su quali basi.

L'andamento dell'indice negli ultimi anni

L'indice Black Rock di rischio geopolitico, anche se non ha ancora raggiunto l'apice, ormai da diverso tempo sta viaggiando stabilmente sui massimi dal 2015. In questo momento la preoccupazione per l'andamento futuro dell'economia mondiale da parte di analisti ed esperti finanziari sarebbe molto più alta rispetto solo ad un anno fa, al tempo dell'elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti.

Il picco di lungo termine, come accennato, non sarebbe stato ancora raggiunto. Stiamo parlando del 2014, quando ci furono forti tensioni a livello internazionale in seguito agli avvenimenti legati alle vicende politiche in Crimea. Comunque attualmente diversi scenari destano preoccupazione per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.

I motivi di maggiore preoccupazione

Bisogna precisare che ciò che preoccupa maggiormente tutti i principali osservatori internazionali non è tanto lo shock che potrebbe colpire l'economia mondiale, quanto piuttosto il verificarsi di più shock contemporaneamente e, sopratutto, la loro durata nel tempo, unita alla contingente situazione economica.

In pratica, adesso come adesso ci troviamo in una fase di crescita economica mondiale. Uno shock, anche di livello globale, in questo momento sarebbe riassorbito in tempi relativamente brevi. Diverso il discorso se si verificassero uno o più shock in una fase debole dell'economia.

In quest'ottica, secondo Turnill, due sono i pericoli maggiori per il commercio e l'economia mondiale.

In primo luogo, un più marcato atteggiamento protezionistico degli Stati Uniti, che seguirebbe ad una mancata ratifica dell'accordo Nafta, si ripercuoterebbe negativamente su tutti i mercati dei Paesi emergenti e sulle quotazioni dei loro titoli. In secondo luogo, le crescenti tensioni commerciali con la Cina destano forti preoccupazioni anche se, per il momento, non dovrebbero sfociare in una vera e propria guerra commerciale. Comunque alcuni settori economici potrebbero risentire in modo forte di queste tensioni. Tra questi sicuramente i settori dell'acciaio, dell'alluminio e dei prodotti tecnologici. Questi potrebbero essere soggetti ad una forte volatilità nel corso di questo anno, il 2018.