Dopo l'euforia del Super Bowl con la vittoria degli Eagles di Philadelphia del 4 febbraio, dopo la gioia, ecco un lunedì nero caratterizzato da paura sui mercati per un crollo improvviso delle borse con punte che hanno raggiunto il -6% per stabilizzarsi in fine giornata su un comunque brutto -4,62%.

Definito dalla CNN "Il giorno più terrificante di wall street da anni", il 5 febbraio si aggiunge ai tanti giorni da dimenticare nella storia della Borsa americana con le azioni improvvisamente in caduta libera. Insomma, il crollo, assestatosi sul 4,6%, è stato il più brutto da quello dell'agosto 2011, comunque è rimasto su livelli tollerabili, decisamente inferiori alla distruzione del Black Monday del 1987 o alla situazione del 2008.

Ma gli investitori americani che si erano molto tranquillizzati, quasi "addormentati" dopo la costante salita seguita all'elezione di Trump, hanno avuto un brusco risveglio, mentre come onde nel mare, le increspature si diffondevano alle Borse di tutto il mondo.

La Casa Bianca

Lo stesso Presidente Trump, evidentemente preoccupato per il ripercuotersi del crollo, ha cercato di calmare le acque, affidandosi ad un comunicato in cui si ricorda che il crollo della Borsa del 5 febbraio è solo un incidente di percorso in quanto gli interventi del Governo sono a lungo termine e comunque, i fondamentali economici del Paese sono forti e non devono preoccupare. A sostegno della sua tesi, Trump ricorda la situazione in progresso degli Usa, con una costante crescita economica, con un basso tasso di disoccupazione e con l'aumento dei salari dei lavoratori.

Per i nove anni della ripresa post-crisi, gli Usa non hanno avuto inflazione e forse proprio lo choc dovuto alla ripresa della stessa, può essere stata la causa del crollo. Importanti le affermazioni di Andres Garcia-Amaya, CEO (Chief Executive Office, il corrispondente dell'italiano AD, Amministratore Delegato) di una delle più grandi società finanziarie di gestione patrimoniale, il quale sostiene che bisogna semplicemente fare un lungo respiro per tranquillizzarsi.

Infatti se è vero che è passato un po' da quando si è vista una giornata del genere, è anche vero che nulla è cambiato dal punto di vista fondamentale, mentre le idee di Garcia sposano quelle di Trump.

Wall Street si preoccupa

L'Indice della CNNMoney sta lampeggiando il simbolo "Paura" sottolineando così il cambiamento deciso nell'umore del mercato, mentre un altro Indice importante, il Russell 2000 (quello per i titoli più piccoli) è diventato negativo per la prima volta nel 2018.

Wall Street risponde così alla situazione generale del Paese, cominciando cioè a preoccuparsi: il post-elezione di Trump ha creato un ambiente definito "a riccioli d'oro", con crescita costante anche se lenta e un'inflazione misteriosamente bassa, ma oggi come oggi Wall Street comincia a temere che tutto possa finire, creando un aumento rapido dell'inflazione con aumento conseguente dei tassi d'interesse.

Mentre i mercati asiatici seguono a ruota quelli americani e il meltdown, l'instabilità, cresce, siamo di fronte ad un vero paradosso, che, perversamente, la correzione al ribasso dei mercati è stata causata da notizie economiche positive. Insomma, in pratica il mercato si spaventa quando l'economia va meglio del previsto e del prevedibile.