L'Eurogruppo ha deciso di non accogliere le proposte avanzate da Atene, cioè di procrastinare di qualche settimana il programma di salvataggio in scadenza il 30 giugno. Il presidente dell'Eurogruppo - Jeroen Dijsselbloem - al termine della conferenza stampa tenutasi appositamente per la questione greca, ha detto che i negoziati sono finiti per colpa di Atene che ha posto un netto rifiuto alle soluzioni proposte dalle istituzioni creditrici. L'Ue comunque, sembrerebbe non avere intenzione di lasciare al proprio destino la Grecia dichiarandosi disponibile a continuare la trattativa, e se necessario, a elargire nuovi aiuti.

Ieri pomeriggio l'Eurogruppo ha convocato una sessione straordinaria che si è svolta senza la delegazione greca.

La Grecia verso il referendum

Subito dopo aver abbandonato il vertice, il parlamento greco ha approvato ieri notte una mozione per indire un referendum sulla proposta dei creditori. I cittadini sono invitati a scegliere se accettare i prestiti o fare le riforme. Il governo ellenico ovviamente spinge perché la risposta vada in favore delle riforme. Occorre precisare che il referendum non è sull'Euro. Il vicepresidente della Commissione europea con delega all'Euro - Valdis Dombrovskis - ha asserito che l'Europa è decisa ad assicurare la stabilità finanziaria e a cercare di rafforzare ulteriormente l'euro-zona e che non ci sarà nessuna uscita di alcun Paese membro.

Anche il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici è sulla stessa linea negando una fuoriuscita dall'Euro della Grecia.

Rischio default

Il popolo greco, comunque, si prepara al default della propria nazione. Immagini di lunghe file agli sportelli bancari per prelevare denaro liquido si susseguono in tutti i media.

Tra l'altro ancora non esiste una ipotetica data per stabilire un nuovo vertice tra le parti. Tutto dunque aleggia nell'incertezza più totale, nonostante le parole rassicuranti dei vertici Ue. L'allerta tra i ministri delle finanze europee è infatti alta. Il mancato pagamento del debito all'Fmi e una possibile crisi di liquidità del sistema bancario greco, potrebbero essere i primi due importanti segnali di un eventuale default.

Il premier Alexis Tsipras, in una conversazione telefonica con Angela Merkel, sembrerebbe averle detto che i greci sopravviveranno comunque, anche se ci fosse il default, e che la libertà di scegliere il proprio destino sia la massima espressione di democrazia. Dunque questa è anche una lotta di democrazia secondo il premier greco.