Sono passati settanta anni dalla fine del secondo conflitto mondiale e ci sono voluti milioni di morti perché la Germania nazista ed antisemita smettesse di perseguitare il popolo ebraico. Da qui l'incipit per la celebrazione, il 27 gennaio, della Giornata della Memoria. Per la ricorrenza l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha voluto ricordare non solo gli Ebrei, ma anche le altre minoranze che sono state decimate nei lager come rom, omosessuali ed altri uomini e donne appartenenti alle altre cosiddette minoranze etniche e sociali.

Sebbene a quei tempi esistesse la Società delle Nazioni, questa non fu sufficientemente autorevole a scongiurare la seconda guerra mondiale, né le sue conseguenze come l'inferno dell’Olocausto o della bomba atomica.

Dalla sconfitta per l'umanità della seconda guerra mondiale, però, sono nate le Nazioni Unite che sono riuscite ad affermare con nuovo vigore la dignità ed il valore dell'essere umano e a consolidare i diritti dell'individuo affinché i cittadini del mondo possano vivere in pace.

Tuttavia cosa sarebbe la memoria se fosse solo fine a se stessa? Se fosse solo il mero ricordo di fatti che, sebbene tragici, rimanessero scollati dalle sofferenze che il mondo vive giorno per giorno nel contesto contemporaneo?

Per questi motivi l'Onu, nella ricorrenza della Giornata della Memoria, riafferma l'essenzialità dei principi umanitari che ne regolano l'attività.

Scappare per colpa di un Dio che altri esseri umani usano per compiere atti atroci

Del resto le milioni di persone che soffrono discriminazioni e violenze sembrano essere destinati a non diminuire di numero.

Una particolare voce meritano i rifugiati di guerra che scappano dalle persecuzioni, inclusi coloro i quali sono costretti a scappare in nome di un dio che altri esseri umani pretendono di usare per compiere ogni tipo di scempio e crimine contro l'umanità. Al momento sono circa una sessantina di mln le persone che stanno fuggendo da soprusi ed emergenze umanitarie.

Un numero impressionante che, per la prima volta nella storia contemporanea, è il più alto dal secondo conflitto. Era dal 1945 che non si presentava un bilancio così terrificante per il mondo.

“Mai come adesso è urgente ritrovare quei principi di solidarietà e di umanità che costituiscono i valori fondanti della nostra storia comune. Abbiamo il dovere di ricordare il passato e di garantire sostegno e tutela a tutti coloro che ne hanno bisogno anche oggi,” ha detto Laurens Jolles, in rappresentanza dell'UNHCR per il Sud Europa ed Italia.