La Vecchia Europa, storicamente teatro di ben due Guerre Mondiali, nell'assetto odierno di Unione Europea ha tra i suoi principi cardine la promozione della pace.Tuttavia, la percezione pubblica che la sicurezza nazionale e dell'Unione Europea siano messe a rischio dalla recente impennata di attacchi terroristici, ha catturato l'attenzione del Parlamento Europeo, che attualmente ha tra le principali occupazioni una efficace difesa. In tale direzione va la missione dell'European Defence Agency di Federica Mogherini. A lei fu commissionata nel 2015 la definizione di una Strategia Globale in tema di difesa dalla quale è gemmato un documento redatto nel settembre 2016 dal Parlamento Europeo, nel quale si tracciano gli obiettivi a livello comunitario per far fronte al mutato scenario globale in cui la parola chiave è senza dubbio la difesa.

All'atto pratico, il 1 dicembre scorso il Parlamento Europeo ha approvato l'istituzione di un fondo da 25 miliardi di euro da destinare alla Ricerca per scopi militari.

Grandi investimenti in Europa

La Commissione Europea conta di investire 90 milioni di euro entro il 2020, e si auspica di aumentare tale cifra a 500 milioni di euro l'anno da investire in ricerca per la difesa a partire dal 2021.

I settori nei quali investire saranno soprattutto l'elettronica, l'informatica, la robotica, ma non meno interessanti saranno i progetti di ricerca nel settore dei metamateriali, strutture artificiali in grado di deviare la radiazione elettromagnetica e di nascondere oggetti ai radar, ad esempio.

Le regole per accedere al fondo saranno grossolanamente ricalcate sul modello degli attuali progetti Horizon 2020, con probabile preferenza per progetti che prevedono la partecipazione di partners internazionali, e provenienti sia dal mondo industriale che da quello accademico.

I ministeri della difesa dei paesi aderenti all'UE contribuiranno alla stesura dei criteri per l'accesso, di concerto con membri del settore dell'industria specializzata per la difesa militare.Diversamente dai progetti Horizon 2020, però, i risultati della ricerca finanziata con questo Fondo, saranno pubblicabili in base ad alcune possibili restrizioni da parte della Commissione.

Ricerca e progresso civile e militare

Fino al 2020 esistono già diverse opportunità di accesso a fondi europei messe a disposizione dall'European Defence Agency, tra cui spiccano gli ESIF, European Structural and Investment Funds, che hanno come scopo la ricerca in dual-use technologies, ovvero tecnologie che possono avere utilizzo in ambito sia civile che militare.

Ne consegue che il fondo neoistituito va a dare maggiore impulso ad un più ampio progetto di potenziamento della tecnologia a scopo militare dell'Unione Europea.

Alcuni scienziati hanno accolto la notizia con un moderato entusiasmo, la ricerca militare finanzia su base regolare molti settori della ricerca, dalla fisica all'informatica, e spesso la tecnologia militare incorpora tecnologie prodotte per scopi civili e viceversa.Altri, come Stuart Parkinson di Scientists for Global Responsibility, temono che i fondi destinati alla difesa potrebbero distrarre risorse da altri settori, in cui la ricerca è altrettanto urgente, come clima ed energia, e che i risultati potrebbero andare oltre le necessità di difesa e incentivare il mercato delle armi.

Tale preoccupazione è però mitigata da un recente invito da parte del Parlamento Europeo agli stati membri, in una votazione tenutasi lo scorso 15 dicembre, di applicare in maniera rigorosa quanto previsto dal Codice di Condotta UE in merito all'esportazione di armi, onde evitare effetti boomerang. In tempi difficili ed incerti, governare invocando la questione morale del commercio in armamenti e incentivare la ricerca in settori che offrono risposte a lungo termine piuttosto che soluzioni che rispondono alla "pancia" del problema è un compito arduo quanto nobile, perciò auspicabile, se venisse scoperta qualche dual-use technology che faccia anche bene al pianeta.