A pochi giorni dal sessantesimo “compleanno” del Trattato di Roma, istitutivo della Comunità Economica Europea, oltre ai soliti problemi l’Unione ha ora a che fare anche con lo scandalo rimborsi. Le inchieste in corso a Strasburgo stanno svelando come diverse forze di tutti gli schieramenti abbiano abusato dei finanziamenti europei per pagare assistenti, che invece sarebbero dovuti essere retribuiti dai fondi dei partiti stessi. Coinvolti anche molti Euroscettici, dall’Ukip britannico, al Front National francese passando per i nostri pentastellati e leghisti.

Euroscetticismo

Combattere un sistema dall’interno ha senso, o almeno può averne. Ma la credibilità rischia di essere minata quando i soldi di quella stessa organizzazione contestata vengono usati in modo abusivo. Repubblica riporta i partiti coinvolti dalle indagini – che ovviamente sono trasversali, il fatto che ci siano euroscettici coinvolti fa sì più rumore, ma non si tratta certo solo di loro.

Gli italiani

Numerosi gli europarlamentari italiani sotto inchiesta, di tutto l’arco politico. Secondo quanto risulta, la deputata forzista Lara Comi avrebbe assunto la madre Luisa Costa come assistente per il biennio 2009-10 e dovrebbe restituire 126 mila euro. Poi ci sono Daniela Aiuto e Laura Agea, la prima avrebbe guadagnato migliaia di euro per presentare una ricerca di studio in realtà copiata da Wikipedia, la seconda avrebbe assunto un collaboratore che anziché compiere le funzioni a livello europeo, si sarebbe limitato al locale.

Prescritto Riccardo Nencini, Lega Nord, legato a Mario Borghezio. L’Unione Europea gli contestava la restituzione di ben 455 mila euro. E non poteva mancare una rappresentanza Pd, Antonio Panzeri, a cui la Corte di Giustizia ha chiesto indietro 83 mila euro.

Gli altri

Se consola, non ci sono solo questi cinque italiani, come vorrebbe una visione stereotipata.

Gli integerrimi antieuropeisti del Front National non sono così trasparenti, anzi. I problemi sono ai vertici, sotto la lente degli investigatori ci sono i contratti del compagno di Marine Le Pen, Louis Aliot, del suo braccio destro Florian Philippot e del padre Jean-Marie. L’Ukip, in attesa di concretizzare la Brexit, ha una pendenza di circa un milione di euro per il lavoro di dipendenti e di campagne elettorali (tra cui proprio il referendum per uscire dall’Ue) che, pur finanziati dall’Europa, erano concentrati esclusivamente per il partito e la politica interna.

Tra questi anche Kirsten Mehr, moglie di Nigel Farage, leader dell’Ukip. Quindi c’è il polacco Jaroslaw Kaczynski, cofondatore e presidente del partito Diritto e Giustizia, che avrebbe impiegato Bozena Mieszka-Stefanowska, assistente dell’eurodeputato Tomasz Poreba, come badante per la madre morta nel 2013.