Ha la stessa età di Josh Hutcherson meglio conosciuto come Peeta Mellark nella serie "Hunger Games". 22 anni sono davvero pochi per prendere decisioni importanti. Determinanti, nel suo caso. E lui, Ahmad Wali Temory, afghano di Kabul, ai suoi "Hunger Games" attribuisce tutt'altro significato. Per lui "hunger" vuol dire ancora semplicemente "fame". Non sa neppure chi sia Johnny Depp. Né fatica ad ammetterlo quando gli domandiamo - di fronte ad una locandina del suo nuovo film - se ha mai visto I Pirati dei Caraibi da quando è in Europa.Per lui - stretto tra due fuochi, i Talebani da un lato, l'esercito statunitense per cui lavorava come interprete dall'altro (e dove riceveva continue pressioni per rivelare importanti segreti), le privazioni e le intemperie non sono gli ingredienti di una "fiction" cinematografica.

Ma un'amara realtà. E' durata giorni, settimane la sua fuga a piedi dall' Afghanistan alla Germania. E da quello che racconta - con assoluta semplicità, una vena di tristezza fissa nello sguardo - più che di un viaggio si è trattato di un'odissea. Segnata per di più da una tragedia. L'amico che lo accompagnava, malato di cuore, non ha retto al gelo ed è deceduto mentre attraversavano insieme la catena montuosa dei monti Zagros, tra Iran e Turchia. Lasciandolo con un enorme peso nel cuore che anche oggi non lo abbandona….

Al primo posto la politica

Tutto questo accadeva circa due anni fa. Oggi Ahmad Wali Temory è un ragazzo ben integrato nella realtà di Berlino la città nella quale è infine approdato - dopo un primo soggiorno a Monaco - il 20 Agosto del 2015.

Lavora come giornalista praticante in una piccola emittente televisiva ed è un assiduo frequentatore del Bundestag, dove ha molti amici.

Prima fra tutte il Ministro dell'Economia e dell'Energia Brigitte Zypries dal 2017 nel governo del cancelliere Angela Merkel. Fu a lei che un giorno - stanco di guardare il soffitto in uno dei tanti campus dove veniva di volta in volta alloggiato - ha deciso di rivolgersi per chiedere un lavoro.

E lo ha ottenuto. Insieme alla possibilità di iniziare uno stage al Bundestag. Non càpita a tutti. Non a tutti i profughi sicuramente. Ma lui, che ha già fatto la sua scelta - intraprendere la carriera politica sulle orme di suo padre - ha preso un impegno con se stesso: aiutare i suoi connazionali - ben 10,000 nella sola Berlino - e i profughi tutti. Perché solo chi è passato attraverso l'inferno può comprendere l'altrui disperazione. E cercare di fare del mondo un posto migliore.