Il voto tedesco di ieri presenta diverse chiavi di lettura. La prima, scelta da buona parte degli opinionisti questa mattina, pone l'attenzione sul risultato dell'AfD (Alternative für Deutschland), ora terzo partito al Bundestag, ed alle sue posizioni di destra, spesso ultimamente estrema.

Il nuovo personaggio

Alice Weidel, giovane (38 anni) ed affascinante leader scelta dagli elettori a rappresentare il nuovo partito (fondato nel 2013), si dimostra un personaggio certamente particolare. Laureata in economia, vive in Svizzera (ma lei dice sul lago di Costanza) con la compagna, regista dello Sri Lanka, e le loro due figlie.

Queste scelte, del tutto legittime, non le hanno impedito di condividerne alcune, più oltranziste e xenofobe, dalle quali il fondatore di AfD, Bernd Lucke, si è dissociato da tempo lasciando il partito.

Riteniamo che la vita parlamentare diventerà la cartina di tornasole della vera anima del partito e della sua rappresentante, che comunque ha già dimostrato una discreta abilità nel defilarsi nei momenti più difficili.

Il fu socialismo

Il PSD e Martin schulz hanno ottenuto un pessimo risultato elettorale, dal quale non sarà semplice riprendersi. Le prime dichiarazioni del presidente del PSD sembrano decretare la fine della grande Coalizione, e la formazione del nuovo governo tedesco sembra lunga ed irta di ostacoli.

In tutta Europa, dall'avvento del nuovo millennio, la sinistra è ancora alla ricerca della sua nuova identità ed il risultato tedesco (molti leader europei avevano puntato su Schulz) scombussola ancora di più le carte.

L'inossidabile Merkel

Angela merkel, nonostante il ridimensionamento, è comunque di fatto la vincitrice della tornata elettorale.

Il lavoro che la attende non sarà semplice, e sembra siano partite le prime esplorazioni verso Liberali e Verdi.

Di sicuro non potrà non tener conto del calo delle adesioni e le prossime scelte, sia interne che di politica estera, diventeranno determinanti per delineare il ruolo che il CDU/CSU avrà nel futuro della Germania e dell'Europa.

La chiave complessiva

Confrontando i tre elementi sopra descritti, risulta evidente che i tedeschi hanno detto "no" a questa Europa. Non tanto al suo progetto originale, ma alla mediocre realtà nella quale oggi viviamo, il cui unico punto di collegamento reale fra i vari stati è quello monetario. Questo tipo di Europa non piace agli europei, ed è già stato ribadito più volte.