Finalmente uno sviluppo significativo nel mistero dell’incremento di Rutenio-106 nell’aria di diversi Paesi europei, fra cui il nostro . "Il radio-isotopo Ru-106 è stato rilevato dalle stazioni di osservazione di Argayash e Novogorny (Federazione Russa) fra il 25 settembre e l’1 ottobre" ha comunicato lunedì 20 novembre l’agenzia meteo-idrologica di stato russa Roshidromet.

La scoperta

In Germania, lo scorso settembre, l’Office for Radiation Project aveva aveva lanciato l’allarme ed effettivamente già ipotizzato che la nube radioattiva fosse stata originata a circa 1000 km di distanza e potesse provenire dalla Russia, in particolare da una zona a sud della regione degli Urali.

Tale ipotesi era poi stata condivisa anche da altre agenzie europee di sorveglianza della radioattività, che pure avevano riscontrato la presenza dell’isotopo in quantità anormali. A quel tempo, però, Rosatom, l’organizzazione statale che controlla tutte le attività nel settore energia nucleare in Russia, aveva smentito tale possibilità, affermando che “Nei rilievi effettuati fra il 25 settembre ed il 7 ottobre, fra l’altro nella zona a sud degli Urali, nessuna traccia di Rutenio-106 è stata rilevata, ad eccezione di San Pietroburgo”.

Conferma

Adesso invece, Roshidromet precisa che la concentrazione più elevata, “eccedente 986 volte” la concentrazione registrata il mese precedente,è stata misurata ad Argayash, a 30 km dal complesso nucleare Mayak, appunto a Sud degli Urali, oggi centro di trattamento di scorie radioattive, teatro nel 1957 di uno dei peggiori incidenti nucleari mai accaduti, tenuto segreto dalle autorità sovietiche per 30 anni.

L’organizzazione internazionale Greenpeace Russia ha ora inviato un appello a Rosatom a “condurre una inchiesta approfondita e pubblicare delle informazioni su ciò che è accaduto a Mayak”. In risposta, l’organizzazione statale ha affermato, lunedì 21 novembre, di non avere rilevato “alcun incidente od avaria”.

Conseguenze

Ci conforta il parere dell’istituto francese Irsn (Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare), che ritiene l’inquinamento radioattivo non possa provenire da un reattore nucleare, ma formula “l’ipotesi di un rifiuto generato da una installazione” legata al riciclaggio di combustibile nucleare od alla fabbricazione dello stesso. Ritiene inoltre che “i livelli di concentrazione nell’aria di Rutenio-106 rilevati in Europa, ultimamente in Francia, siano senza conseguenze sia per la salute umana che per l’ambiente".

Sara vero?