Il Governo ha posto addirittura la fiducia sul Decreto Legge che è stato licenziato positivamente dalla Camera, ieri primo agosto. La fiducia, passata con 318 voti favorevoli ha consentito di licenziare favorevolmente anche il decreto che quindi viene convertito in Legge con 276 voti favorevoli. Il Decreto Sud diventa Legge e con essa entrano in vigore tutte le misure pensate dall’Esecutivo per superare le disuguaglianze tra le zone del sud Italia o quelle colpite dagli eventi sismici degli ultimi anni ed il resto della penisola.

Crescita occupazionale ed emigrazione

Ha fatto tanto parlare di sé la misura chiamata “Resto al Sud” che consentirà a molti giovani di intraprendere una attività autonoma. L’incentivo previsto comprende un fondo perduto ed un prestito agevolato. Il bonus è erogato a copertura dell’intero investimento previsto, ad esclusione delle eventuali spese di progettazione o a quelle per il costo del personale. Il 35% del contributo erogato sarà a fondo perduto, mentre la restante parte sarà da restituire senza interessi ed in un lasso di tempo che dovrebbe essere minimo di 5 anni. La misura è destinata a giovani tra i 18 ed i 35 anni desiderosi di avviare una attività in agricoltura, artigianato, caccia o pesca, industria e servizi.

In pratica, una qualsiasi attività, anche turistica, purché avviata in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna o Sicilia.

Crescita economica

Se la misura prima descritta è rivolta all’occupazione, molto importanti le misure prettamente economiche. Prima tra tutte, la promozione di nuove attività o imprese grazie alla concessione gratuita, o in affitto (durata massima prevista 9 anni) di terreni incolti, aree desolate e campi abbandonati.

Il tutto dovrebbe essere fatto tramite più bandi pubblici, probabilmente regionali che consentiranno le assegnazioni. Le aree interessate sono le stesse e con un ultimo ritocco in Senato, dovrebbero rientrare anche l’Umbria ed il Lazio, per le aree colpite dai terremoti. Per questi bandi sembra certo che salirà anche l’età dei potenziali partecipanti, che dovrebbe essere fino a 40 anni.

Fiscalità ridotta

Non poteva non trovare spazio nella Legge una misura che riducesse la pesante imposizione fiscale per le aziende. Sempre a carattere regionale, ci sarà la possibilità per ogni singolo Ente, di differenziare il territorio in zone svantaggiate o meno. Parliamo delle ZES, le zone economiche speciali, che secondo la Legge, potranno godere di regimi fiscali agevolati e semplificati. Infine, allungata di 12 mesi la possibilità di ricorrere alla Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) per le aziende che operano nelle aree definite di crisi industriale complessa.