Un pretesto per favorire i privati: questa era la convinzione espressa poco tempo fa dall'on. Luigi Di Maio alle telecamere di La7. Alcuni sinistri segnali giungono dalle cronache locali che riportano le segnalazioni di consiglieri comunali e semplici cittadini. Tipico è il caso dell'asilo nido Il Palloncino Rosso di Monsummano Terme in provincia di Pistoia dove l'amministrazione comunale ha deciso di tagliare senza alcun preavviso l'orario dalle 16.00 alle 14.00 per il prossimo anno. Sul quotidiano locale Il Tirreno viene scritto dell'incontro tra i genitori e i rappresentanti del comune al Municipio svoltosi il 1 giugno, dopo cioè l'inoltro di una lettera di rinnovo di iscrizione contenente l'avviso di cui sopra che ha scatenato le dure proteste delle famiglie e dei consiglieri di opposizione, M5S in testa.

Altri disagi e costi suppletivi per le famiglie

Una riforma scolastica pilotata dalle lobby: è questo l'incubo che turba la serenità delle famiglie che hanno chiesto una convocazione d'urgenza per ottenere chiarimenti su questo provvedimento. Se confermata, questa decisione finirebbe con il produrre forti disagi a quei genitori che per motivi di lavoro non avrebbero la possibilità di gestire al meglio il proprio tempo. L'alternativa sarebbe cambiare asilo e trasferire i bimbi in un nuovo asilo privato che si dice sia voluta dalla moglie di un noto esponente politico dell'area toscana. Ci pensa l'amministrazione locale a smentire la circostanza e a rassicurare la cittadinanza circa il mantenimento dei servizi fondamentali sollecitando tutti a partecipare ai consigli comunali.

Monitoraggio attivo

Le opposizioni non ci stanno e tengono monitorata la situazione, memori di quanto già accaduto in passato con l'affidamento ad una società esterna del servizio di scuolabus. Ciò che M5S, Forza Italia e la lista civica Monsummano Bene Comune denunciano è che tagliare ulteriormente l'orario del nido è soltanto il primo passo per privatizzare il servizio in misura ancora più accentuata. Non è accettabile che il Comune si riduca solo a semplice esattore e che si scarichino sulla cittadinanza i costi della crisi, il senso delle loro dichiarazioni riportate da Il Tirreno.